A una settimana dal referendum per l'indipendenza della catalogna - che ha visto la schiacciante vittoria degli indipendentisti (il 90% ha votato sì) - la situazione tra Madrid e Barcellona è ancora tesa e precaria. Mentre Josep Lluis Trapero viene ascoltato dal tribunale madrileno, il prefetto di Barcellona chiede scusa per le violenze che le forze dell'ordine hanno provocato a discapito di quanti si erano recati ai seggi per votare il 1 ottobre scorso.

In questo stesso momento, un giudice catalano apre un'inchiesta proprio sulle cariche dei Mossos d'Esquadra.

Si teme, però, che questa crisi politica, questa battaglia per l'indipendenza possa seriamente compromettere l'economia della Spagna intera.

Perché Trapero viene ascoltato in tribunale?

Il tribunale madrileno della Audencia Nacional ha interrogato e ascoltato Josep Lluis Trapero, indagandolo per sedizione, per via dei disordini verificatisi il 20 settembre scorso, quando la Guardia Civil perquisiva la sede del ministero dell'economia con il fine di impedire il referendum.

Trapero si è difeso sostenendo la necessità e la correttezza di quell'operazione.

Il giudice non ha emesso nessuna ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, ma il capo della polizia si rende disponibile per ulteriori chiarimenti e delucidazioni, dopo avergli mostrato dei documenti, che saranno esaminati attentamente.

Probabilmente verrà riascoltato nella giornata del 16 ottobre. Dopo aver abbandonato il tribunale, Trapero riceve applausi da quanti lo sostengono, ma non mancano fischi da parte degli oppositori.

Le scuse del prefetto

Alla tv pubblica Tv3, il prefetto Enric Millo, ha chiesto pubblicamente "scusa" alla popolazione intera in nome degli agenti della polizia che, in occasione del referendum del 1 ottobre scorso, hanno provocato scompigli e disagi, mettendo in atto violenze che, in molti casi, hanno avuto delle conseguenze più o meno gravi per qualcuno dei partecipanti, che è stato trasportato in ospedale.

In siffatto modo, il prefetto si oppone - in un certo senso - alle posizioni del re di Spagna Felipe VI, che nel suo discorso, aveva dichiarato l'importanza di riportare in auge l'ordine costituzionale.

E Puigdemont?

Intanto Puigdemont è atteso, per la giornata di martedì, al Parlamento di Barcellona, un appuntamento dal quale ci si aspetta l'ufficiale dichiarazione d'indipendenza da parte, appunto, del presidente catalano.

I complici

Oltre al suddetto Trapero, nella giornata di venerdì saranno ascoltati anche Teresa Planas dei Mossos, Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, presidenti delle due organizzazioni pro-indipendenza Assemblea nazionale catalana e Omnium Cultural.

Tutti sono indagati per sedizione, un reato per il quale - in Spagna - si rischiano fino a 15 anni di carcere. 15 anni ridotto dai 4 agli 8 per Trapero, secondo quando afferma il quotidiano La Vanguardia.