Dopo il voto di domenica, quello di oggi in catalogna è il “day-after” referendum, giornata che sarà vissuta dall’intera regione con le braccia conserte.

Uno sciopero generale

In seguito al referendum dello scorso 1^ ottobre che ha evidenziato, con una percentuale del 90,09%, la volontà di 2.020.144 cittadini catalani su 5 milioni e 300 mila di rendersi indipendenti tout-court dal governo centrale di Madrid, nella stessa nottata del 1^ ottobre era stata diffusa la notizia che oggi vi sarebbe stato uno sciopero generale dell’intera Catalogna. E così avviene: dopo l’annuncio di giovedì scorso della loro mobilitazione, oggi scioperano le sigle sindacali Cgt, Iac, Intersindacal Csc e Cos.

I segretari sindacali precisano che lo sciopero non è solo limitato ai lavoratori delle varie categorie, ed anzi invitano tutti gli abitanti della Catalogna ad incrociare le braccia. Fra gli altri, oggi, aderiscono allo sciopero generale i lavoratori portuali di Barcellona, il mondo dei trasporti, il Museo d’arte contemporanea, anche lo stesso club calcistico del Barcellona, dalle giovanili fino al professionistico. Chiuderà i battenti perfino la Sagrada Família di Antoni Gaudí.

Clima teso nell’intera Catalogna

Lo sciopero si tiene, oggi, anche in una Barcellona dal clima teso, i cui abitanti hanno ancora troppo dolorosamente freschi nella loro memoria, nei corpi e nelle menti, i ricordi delle violenze compiute dalla polizia madrilena ai loro danni.

Sono ancora vicine le ore nelle quali, in misura minore, si verificava il ferimento di alcuni pubblici ufficiali delle forze di polizia dipendenti dal governo centrale di Madrid ad opera di manifestanti. Ma il parlamento catalano non ha ancora ufficialmente proclamato l’indipendenza. Ciò per una precisa scelta politica, che risponde al fine di “guadagnare tempo”, vale a dire aprire un canale di comunicazione.

Non con Madrid però, ma con l’Europa. E proprio quest’ultima è stata esortata ad agire, ad incidere significativamente, dal presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, il quale, come scrive La Stampa, ha affermato: «L’Europa la smetta di guardare dall’altra parte».

Rajoy e la sponda con le opposizioni

A Madrid, intanto, proseguono le consultazioni politiche del premier Mariano Rajoy.

Il quale cerca l’intesa anche con l’opposizione dei centristi di Ciudadanos e con i socialisti del Psoe. I primi esortano il governo ad applicare l'articolo 155 della costituzione spagnola che consente di revocare l’autonomia alla Catalogna, mentre i secondi frenano. Così ha infatti dichiarato, scrive La Stampa, il segretario del Psoe Pedro Sanchez: «Puidgemont e Rajoy si vedano subito».