Quando manca una settimana alla riunione dei 27 membri dell'Unione Europea per decidere se concedere al Regno Unito un nuovo rinvio dell'uscita del paese dall'UE, Theresa May propone un rinvio della Brexit fino al 30 giugno: la premier britannica ha chiesto lo slittamento per cercare di sbloccare la situazione di stallo che si è creata dopo che l'accordo tra l'Unione Europea e il Regno Unito è stato bocciato più volte dal parlamento britannico. Il piano del governo inglese è quello di riuscire ad ottenere un accordo entro il 23 maggio in modo tale da non partecipare alle prossime elezioni europee.

Il governo britannico infatti non ha alcuna intenzione di organizzare le elezioni politiche europee, che si terranno dal 23 al 26 maggio, ma qualora non si riuscisse a raggiungere un accordo entro tale data la May si è detta pronta a organizzarle comunque.

Intanto il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, sta pensando di proporre ai paesi membri dell'Unione Europea un rinvio flessibile dalla durata di dodici mesi. L'intento è quello di cercare di far uscire il Regno Unito entro questi dodici mesi concessi, per porre fine a una pratica di divorzio che dura ormai da ben due anni.

Brexit: i pareri degli altri paesi membri dell'Unione Europea

Il presidente del Parlamento Europeo sta cercando di impostare una proroga flessibile che consentirebbe alla Gran Bretagna di uscire dall'Unione entro un massimo di dodici mesi, se non addirittura prima.

Ciò nonostante, gli altri paesi membri vedono diversamente l'uscita del paese dall'UE proprio in questo momento, a poco più di un mese circa dalle elezioni del nuovo parlamento. In particolare, alcuni paesi temono che l'uscita del Regno Unito prima delle elezioni possa creare una situazione di caos nella ripartizione dei seggi degli altri stati membri dell'UE.

Inoltre, considerando anche che con questa proroga non è possibile sapere con certezza quando Londra si staccherà dall'Unione, si creerebbe il rischio di un'instabilità Politica all'interno della Gran Bretagna, con la possibilità che la premier britannica May possa addirittura dimettersi.

Altri paesi invece chiedono che il governo britannico s'impegni a farsi da parte riguardo ad alcune decisioni importanti per quanto riguarda la prossima legislatura europea, come la nomina del presidente della Commissione e degli altri vertici delle istituzioni comunitarie o l’accordo sul bilancio pluriennale 2021-2027.