Rivolta dei tassisti a Genova contro la sentenza di un giudice di pace del capoluogo ligure che ha restituito la patente ad un autista di Uber. La sentenza, emessa sabato 14 febbraio, è contestata dai tassisti in quanto rappresenta un implicito riconoscimento che Uber, il servizio di trasporto con autista diffuso in tutte le maggiori città del mondo, non è equiparabile ad un servizio taxi e quindi non rappresenta una concorrenza sleale per la categoria dei tassisti.
Al giudice di pace si era rivolto un autista di Genova che era stato fermato dalla polizia municipale, su segnalazione di un tassista, che era stato multato per un importo di 1750 euro per il fatto di esercitare la professione di conducente di auto a noleggio senza possederne i requisiti.
Oltre alla multa, l'autista affiliato a Uber aveva subito la sospensione della patente di guida e il sequestro dell'auto. Nella sentenza contestata, il giudice di pace ha riconosciuto che fare l'autista per Uber non corrisponde a esercitare abusivamente la professione perché "il servizio di taxi è un trasporto pubblico e come tale obbligatorio, caratterizzato da tassametro, partenza da piazzole riservate e utenza indifferenziata" mentre Uber si identifica come "condivisione volontaria della propria auto per esigenze di mobilità privata all'interno di un social network".
La sentenza del giudice Giovanni Gualandi costituisce un duro colpo alle tesi sostenute dai tassisti che considerano Uber come una concorrenza sleale in quanto esercitate senza autorizzazioni.
Tesi appoggiata, tra l'altro, dal ministro di trasporti Maurizio Lupi. La protesta dei tassisti a Genova, in reazione alla sentenza, ha provocato pesanti ripercussioni sul traffico, con oltre 150 taxi che hanno bloccato il centro cittadino per oltre sette ore. Momenti di tensione si sono registrati tra cittadini e manifestati, ed è stato necessario l'intervento dei poliziotti per riportare la calma.
Soddisfazione è stata espressa dalla general manager di Uber, Benedetta Arese Lucini, che sottolinea, comunque, la necessità di una normativa che, nel settore dei trasporti e della mobilità, tenga conto delle nuove tecnologie. La risposta di Uber ai tassisti non si è limitata alle dichiarazioni, offrendo corse gratuite ai genovesi rimasti imbottigliati nel traffico generato dalla protesta dei tassisti.
Uber è un servizio basato su una App gratuita scaricabile sullo smartphone che consente di reperire un'auto con autista per raggiungere la destinazione desiderata. Quello che ha scatenato la battaglia dei tassisti contro Uber è la possibilità offerta praticamente a tutti di diventare conducenti: è sufficiente possedere un automobile immatricolata da meno di dieci anni, avere 21 anni, non aver mai avuto sospensioni delle patente e la fedina penale immacolata. Requisiti che consentono l'iscrizione alla App ed essere retribuiti per il servizio di conducente senza le licenze ed i permessi richieste ai tassisti che, ovviamente, gridano alla "concorrenza sleale".