Minaccia per migliaia di insegnanti che in un futuro ormai prossimo rischiano di perdere il proprio posto di lavoro ma stavolta la causa non sarebbe imputabile ai tagli alla spesa pubblica ma al fatto che in Italia nascono sempre meno bambini.

Si stima infatti che a partire dal 2019 e per i prossimi 13 anni verranno a mancare nel primo anno della Scuola primaria, circa 50mila alunni. Una ricerca fatta da "Tuttoscuola" una testata che si occupa di informazioni scolastiche, ha dipinto questo allarmante scenario.

Ormai si sa che è insegnante è diventato sinonimo di precario e per chi ambisce al sospirato ruolo, in futuro avrà da fare i conti anche  con questa realtà che si prospetta.

I docenti in esubero comunque stiano tranquilli! Non saranno licenziati o messi in mobilità ma sicuramente impegnati in altre attività come orientamento, recupero, integrazione.

Gli edifici scolastici  svuotati saranno adibiti a laboratori o per offrire nuovi servizi educativi. La notizia darà anche un motivo in più per scoraggiare i giovani ad avvicinarsi agli studi per intraprendere la professione di insegnante.

Nell'era digitale l'idea tradizionale di classe verrà presto soppiantata da sezioni di scuola virtuali. Aule online, con un solo professore che comunicherà con i propri studenti tramite lezioni e corsi  sul web, come già accade per alcuni corsi di formazione.  Il problema dell'esubero di maestri e professori e della formazione delle classi così risulterebbe risolto.

C'è da chiedersi perché, di contro, mentre si prospetta che gli alunni delle scuole primarie in un prossimo futuro scarseggeranno, nei nidi e nelle scuole dell'infanzia, le classi sono numerosi e le liste di attesa dei bambini rimasti fuori infinite. Che fine fanno dopo la prima infanzia i nostri cari pargoli?