Non si esaurisce il dibattito in tema di pensione anticipata 2014: il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ha infatti individuato nell’istituto l’autentico perno attorno al quale costruire la riforma della previdenza, un percorso quest’ultimo comunque lungo e ricco di problematiche.



Su tutte la criticità connessa al meccanismo di funzionamento della pensione anticipata 2014, che lo stesso Damiano vorrebbe eleggere a strumento in grado di scalfire la rigidità attualmente ascrivibile al sistema previdenziale; cerchiamo allora di fare il punto sull’argomento avendo prima cura di delineare l’attuale assetto dell’istituto (requisiti Inps e calcolo) e poi di tratteggiare i futuri scenari.

Sullo sfondo il metodo di calcolo contributivo che potrebbe divenire un’opzione concreta.

Pensione anticipata 2014: requisiti INPS e calcolo



Avviamo il nostro percorso delineando l’attuale configurazione della pensione anticipata 2014: al momento, i lavoratori di sesso maschile necessitano di 42 anni e 6 mesi per accedere all’istituto ed abbandonare anticipatamente l’impiego; discorso diverso per le donne, per le quali sono invece ‘sufficienti’ 41 anni e 6 mesi.



Quelli appena richiamati sono i requisiti dettati dall’INPS, ma ogni contribuente può tranquillamente verificare la propria posizione e calcolare in proprio il tutto servendosi di alcuni strumenti online totalmente gratuiti: su tutti il calcolatore de Il Sole 24 Ore o quello di Irpef.info.



Questo allo stato attuale, ma come potrebbe cambiare in futuro l’istituto della pensione anticipata 2014?

Pensione anticipata 2014: programma Damiano e calcolo contributivo



Il programma stilato da Damiano in tema di riassetto della pensione anticipata 2014 prevede quattro possibili direttive: la scelta di istituire Quota 100, l’ipotesi di uscita dall’impiego raggiunti i 62 anni d’età (con ovvie penalizzazioni per chi abbandona prima), l’adozione del metodo contributivo per chi sceglie di concludere in anticipo la carriera lavorativa e la configurazione di una sorta di prestito pensionistico.



Al di là della fattibilità economica o meno di ogni singola ipotesi (requisito comunque fondamentale), a balzare subito all’occhio è l’ipotesi del calcolo contributivo, che per certe categorie di lavoratori potrebbe portare ad assegni pensionistici decurtati anche del 30%. Un’enormità.



Per perseguire la linea tracciata nel DEF di aprile (meno rigidità e più flessibilità), l’ideale sarebbe puntare sulla pensione anticipata raggiunti i 62 anni d’età, anche se i costi di sostenimento della manovra paiono al momento proibitivi.



Poletti ha già fatto sapere che la proposta concreta verrà inserita all’interno della prossima Legge di stabilità, ma nel frattempo vorremmo chiedere il vostro parere.



Cosa pensate del programma stilato da Damiano in tema di riassetto dell’istituto della pensione anticipata 2014? Puntereste su una delle ipotesi su esposte o cambiereste strada? Dateci il vostro parere commentando l’articolo qui sotto!