Ora che il test preselettivo del TFA 2014 si è concluso (in mezzo alle polemiche), abbiamo pensato di intervistare la prof.ssa Arianna Cipriani del Coordinamento Nazionale Tfa Ordinario, che gentilmente si è resa disponibile. Le abbiamo posto sei domande, per guardare questo percorso con gli occhi di chi già c'è passato, anche a beneficio del nuovo gruppo di tieffini. Di seguito la prima parte dell'intervista.

Scuola, TFA: intervista ad Arianna Cipriani

1. Si è conclusa la prima fase del secondo ciclo del TFA 2014, ovvero il test preselettivo. Le polemiche sugli errori e le irregolarità non mancano. Quali sono i suoi pensieri su questo inizio di percorso burrascoso, lei che c'è già passata?

E' auspicabile, e necessario, che ogni percorso selettivo non presenti irregolarità procedurali né contenutistiche: è un diritto che spetta ai partecipanti, è una forma di tutela che le amministrazioni competenti dovrebbero garantire ad un sistema che dovrebbe dirsi meritocratico.

Gli errori nella batteria dei test nel 2012, e i conseguenti abbuoni, non hanno certo portato lustro al sistema organizzativo: è necessario tener presente però che i candidati del I ciclo Tfa hanno comunque superato questo quiz, hanno poi affrontato una seconda e una terza prova selettiva, consistenti in uno scritto pluridisciplinare ed un orale (sullo scibile in molti casi!). Dalle triplici prove selettive del Tfa1, su una platea di 115mila aspiranti, siamo stati selezionati appena 11mila su 20mila posti a disposizione (e ben 9mila posti sono andati persi). Queste cifre sono indicatori chiari che, al di là dello scompiglio iniziale, la selezione vi è stata: eticamente ed intellettualmente non è corretto far ricadere sui docenti selezionati la responsabilità delle apposite commissioni Miur che hanno predisposto alcuni quiz non corretti.

La polemica sulla "presunta" meritocrazia della selezione del Tfa1 è stata alimentata dalla vecchia gestione Miur che, mistificando la realtà, ha definito i docenti del Tfa1 giovani neo-laureati senza esperienza (mentre l'età media era 37/38 anni da fonti statistiche Cineca) e dalle voci insistenti dei sindacati che, spinti degli insegnanti non rientrati nelle percorso Tfa (perché non hanno superato le prove nonostante gli abbuoni forniti) hanno avvilito il percorso selettivo proclamando infine la presunta equivalenza tra titolo Tfa e quello non selettivo Pas .Questo per dire che sono deprecabili gli errori commessi dalle Commissioni Ministeriali nella costituzione dei quiz, ma allo stesso modo non è corretto attribuire questa responsabilità ai tieffini (mi si perdoni l'uso del neologismo) che comunque, nonostante tutto, le tre prove le hanno superate ed hanno diritto a vedersi riconosciuto il valore di un titolo selettivo.

2. Anche il test preliminare del primo ciclo di TFA ha dato vita a diverse polemiche. I problemi erano gli stessi?

Indubbiamente le Commissioni Ministeriali che lavorano alla batteria dei quiz per la selezione ai percorsi abilitanti dovrebbero imparare dagli errori commessi nel passato e tenerne maggiormente conto.

Nonostante oggi il numero delle domande o risposte considerate "errate" o "mal formulate" sia minore rispetto al 2012 tutti all'unanimità chiediamo che certi episodi non si ripetano al fine di tutelare tutti i partecipanti e il criterio della selezione sotteso al percorso di abilitazione ordinario Tfa.

Continua nella seconda parte: intervista ad Arianna Cipriani (parte 2)