L'articolo 28 del Decreto Legislativo del Testo unico dei lavoratori impone dal 1 gennaio 2011 l'obbligo ad ogni datore di lavoro di predisporre, insieme agli organi di competenza, un piano per contrastare quello che è il crescente problema del 'burn-out' tra gli insegnanti.
L'Anief ha voluto ricordare come l'insegnamento sia una professione usurante, soggetta a patologie psichiatriche molto più che altre categorie che lavorano nell'ambito della Pubblica Amministrazione. Le ragioni sono da ricondurre al fatto che si tratta di una professione molto ripetitiva, nonchè alienante e lo stress professionale è frequentissimo tra i docenti. 
Sono numerose le cause che conducono al 'burn-out'. Eccone alcune:
  • rapporto, molto spesso conflittuale, con gli studenti e i genitori;
  • le classi sempre più numerose;
  • i rapporti, spesso difficili, con i colleghi di lavoro:
  • il precariato che produce ansia e incertezza per il proprio futuro;
  • lo stipendio che non soddisfa la quantità di lavoro svolto;
  • le continue proposte di riforma della Scuola e i 'minacciati cambiamenti' in peggio.


Il professor Vittorio Lodolo D'Oria ha più volte denunciato in passato i pericoli di Salute a cui sono sottoposti i docenti; tuttavia il Ministero dell'Istruzione continua ad ignorare questo problema e a non fare nulla per migliorare le condizioni psicofisiche dei docenti. Anche i sindacati, che dovrebbero stare dalla parte dei lavoratori non solo per altri tipi di problematiche professionali, dovrebbero interessarsi maggiormente di questa grave piaga rappresentata dal burn-out.  
Il numero di insegnanti che soffrono di problemi o disturbi mentali sono, purtroppo, in costante aumento e negli ultimi anni si è avuta una vera e propria impennata: oltre l'ottanta per cento dei docenti si dichiara stressato, senza contare tutti coloro che lamentano vere e proprie patologie. Ci sono almeno 24mila psicotici, nonchè 120mila sofferenti di forme depressive, nonchè innumerevoli casi di disturbo dell'adattamento e di personalità.
A complicare ulteriormente le cose, sono intervenute le riforme pensionistiche che hanno innalzato l'età della pensione delle donne a quasi dieci anni in più rispetto al passato. La maggior parte degli insegnanti sono donne e non dimentichiamoci che le donne, specie dopo la menopausa, incontrano con maggior frequenza malesseri, anche gravi talvolta. Nel sesso femminile, infatti, si è riscontrato, dopo i cinquant'anni, la presenza di gravi patologie psichiatriche o addirittura la comparsa di forme tumorali, riconducibili in un certo qual modo anche all'immunodepressione da stress cronico.