L'attenzione dei lavoratori in stato di difficoltà e dei pensionandi resta tutta concentrata sul tema della previdenza e sulle possibili soluzioni attuabili attraverso specifici emendamenti nella legge di stabilità 2015. Dopo che il Governo Renzi ha di fatto ignorato le istanze provenienti dalla popolazione (per sua stessa ammissione a causa dei problemi di bilancio e dell'impossibilità di reperire le risorse necessarie), le possibili sanatorie che possono essere messe in campo devono necessariamente seguire una via laterale. Ricordiamo che in gioco vi è il prossimo futuro dei lavoratori esodati, dei precoci, di chi ha svolto lavori usuranti, degli esodati quota 96 della scuola (insegnanti e lavoratori ATA) e più in generale di tutti coloro che sono rimasti improvvisamente disoccupati tra i 50 e i 60 anni, senza quindi alcuna possibilità di poter accedere alle tutele dell'Inps nel breve termine.

Lavoratori disagiati: serve soluzione a partire dai quarant'anni

Basta leggere i commenti ai nostri articoli precedenti sul problema della pensione anticipata per rendersi conto di quanto sia diffuso e sentito il disagio. Nell'articolo indicato, un nostro lettore si chiede: "è giusto secondo voi che uno lavori 38 anni e un'altro 42 e mezzo? La quota giusta rimane 40 anni per tutti!". È chiaro che il nostro sistema, nel tempo, è diventato oltremodo cervellotico. Con la ghigliottina anagrafica decisa dal Governo Monti e attuata dalla Riforma Fornero 2011, ci si è di fatto assicurati oltre 80 miliardi di euro di risparmi fino al 2021, ma al costo di enormi sacrifici tra i lavoratori. Non è un caso se il riferimento della stampa è stato a lacrime e sangue.

Possibili soluzioni nelle proposte di Treu e Damiano.

Tra le soluzioni laterali più plausibili (cioè utili a risolvere il problema senza stravolgere il budget) vi sarebbero le proposte del Neo Commissario Inps Tiziano Treu e del Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano. Il primo ipotizza di offrire il pensionamento anticipato a 62 anni per tutti grazie ad un prestito pensionistico fornito dall'Inps, che permetterebbe di ottenere delle mini Pensioni sulle quali graveranno però le rate di restituzione del prestito.

Più fattibile (e ben voluta dai lavoratori) sembra invece il nuovo progetto Damiano, che prevederebbe di offrire la pensione anticipata con quota 100, che corrisponderebbe alla sommatoria tra età anagrafica e contributi effettivamente versati dal lavoratore. Ad esempio, 60 anni di età e 40 di contribuzione, oppure 62 anni di età e 38 di versamenti previdenziali.

Il dato interessante è che secondo le prime stime, entrambe queste proposte potrebbe risultare sostenibili dal punto di vista dei costi necessari al loro implementamento.

La terza via con il Referendum Abrogativo della Lega Nord

Per il momento sembra più uno spauracchio, ma se il Governo Renzi prendesse sottogamba il problema si potrebbe ritrovare con un buco da diverse decine di miliardi da gestire. Nella pratica, la Lega Nord di Salvini avrebbe raccolto oltre 500.000 firme al fine di indire un Referendum abrogativo contro la legge Fornero. Una vera e propria spada di Damocle sulla precedente riforma previdenziale, anche perché se si andasse a votare l'esito sarebbe alquanto scontato. E voi, quale ritenete lo scenario più probabile per risolvere in via definitiva il problema dei lavoratori disagiati? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo; se invece desiderate restare aggiornati, vi ricordiamo l'importanza di cliccare sul pulsante "segui", disponibile sotto al titolo.