Con l'approvazione della legge di stabilità 2015 in Parlamento le numerose modifiche all'attuale sistema previdenziale diventano definitive, tanto che è possibile cominciare a stilare un resoconto di quelli che saranno i principali cambiamenti a partire dal primo gennaio del prossimo anno. Prima di procedere, bisogna però fare un'importante premessa: coloro che si attendevano un intervento strutturale sul campo, così come sembrava inizialmente possibile alla fine dell'estate, dovranno ancora attendere. Purtroppo la congiuntura economica non è stata favorevole e ha penalizzato le timide aperture che il PD aveva ipotizzato tramite il Ministro del lavoro Poletti e alcuni esponenti del partito (si pensi ad esempio a Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera).

Restano però dei fondamentali passi in avanti avvenuti con alcuni provvedimenti ad hoc, dedicati ai lavoratori maggiormente disagiati. Vi è infine da ricordare la sesta salvaguardia Parlamentare approvata poco prima della legge di stabilità, che aveva già salvaguardato molti avoratori esodati.

Lavoratori precoci, arriva il termine alle penalizzazioni della legge Fornero

Per i lavoratori precoci è finalmente arrivata la misura sanatoria che permetterà il pensionamento anticipato senza che avvenga alcuna penalizzazione anagrafica oppure sull'emolumento versato dall'Inps. Con un apposito emendamento il Governo Renzi ha deciso di permettere la quiescenza a tutti coloro che matureranno i requisiti dei 42 anni e mezzo di contribuzione (41 e mezzo per le donne) entro il termine del 2017.

Il beneficio del provvedimento viene inoltre garantito anche a coloro che hanno accumulato versamenti figurativi o differenti rispetto alla contribuzione da lavoro.

Tetto alle Pensioni d'oro e credito d'imposta per compensare l'aumento subito dai fondi pensione

Altre novità in arrivo nel comparto previdenza riguardano le pensioni d'oro dei dipendenti pubblici e i fondi pensione: i primi non potranno più cumulare in modo vantaggioso i benefici del sistema retributivo e di quello contributivo.

Discorso differente per i fondi pensione, che vedranno comunque l'aumento dell'imposizione dal 20% al 26% sulle rendite, mentre le casse previdenziali dei professionisti iscritti ad un albo vedono tale importo passare dal 20% al 26%. Unica consolazione il fatto che in Senato è stato approvato un emendamento in grado di garantire un credito d'imposta pari all'aumento appena esposto, purché i gestori si impegnino a investire nell'economia del Paese.

Restano però ancora molti soggetti tagliati fuori dalle salvaguardie, come ad esempio i quota 96 della scuola, le lavoratrici con l'opzione donna e i disoccupati in età avanzata, ma ancora troppo giovani per poter ottenere l'accesso all'Inps. Vi ricordiamo che siamo felici di mettere a vostra disposizione lo spazio dei commenti per permettervi di esprimere la vostra opinione riguardo il tema della previdenza; se invece preferite ricevere tutti gli ultimi aggiornamenti sulla questione delle pensioni anticipate, potete utilizzare il comodo tasto "segui" che vedete in alto, sopra al titolo dell'articolo.