Sembra che la decisione della Corte Costituzionale di rinviare al 20 gennaio il verdetto sul referendum abrogativo della legge Fornero del governo Monti del dicembre 2011 sulle Pensioni, abbia di conseguenza messo anche in standby sia il dibattito sia il confronto sul sistema previdenziale.

Il dibattito sulle proposte su quota 100, su criteri di pensionamento flessibile e sul prestito pensionistico restano sui tavoli istituzionali ma con modalità molto meno accese. Nel mentre i lavoratori attendono ansiosi e fiduciosi novità condivise e risolutive per lasciare il mondo del lavoro, di essere collocati a riposo così come sperato ed atteso ormai da tempo.

Ansia ed attesa condivisa anche dalle lavoratrici che, non vedendo prorogata la cosiddetta norma " opzione donna" rischiano di non poter andare in pensione neanche con i requisiti acquisiti per l'uscita durante quest'anno. Difatti le ultime notizie che ci arrivano dal governo del premier Matteo Renzi non aiutano a tranquillizzare l'ambiente. L'INPS ha chiesto ai tecnici del ministero delle finanze di esprimersi sulla fattibilità economica dalla proroga dell'"opzione donna". Se da parte dei tecnici dovesse arrivare un responso negativo per assenza di coperture finanziarie, allora per le lavoratrici si allungherebbero i tempi per andare in pensione. Danno e beffa. Così come già capitato ai lavoratori della scuola in "Quota (ex) 96".

Ma quali sono le proposte che hanno animato il dibattito in questi mesi e che sono ferme nei cassetti dei tavoli istituzionali? E quali di queste godono di maggiori credenziali e maggiori probabilità di riuscita? Le proposte del Presidente della Commissione lavoro della Camera Cesare Damiano e nella fattispecie quota 100 e pensione flessibile che hanno goduto di maggiori "simpatie" oggi, nel borsino delle probabilità, appaiono perdere terreno rispetto a quelle del prestito pensionisticodi matrice governativa. Insomma ad oggi nessuna certezza per nessuno. Seguiremo il dibattito tenendovi come sempre informati.