Resta tesa la situazione del comparto previdenziale, tanto per i lavoratori quanto per tecnici e politici chiamati ad un rinnovamento dei meccanismi di funzionamento del settore. Nonostante i tanti cambiamenti che si sono registrati negli ultimi mesi (ed in particolare nelle ultime settimane), quella che manca è la vera svolta tanto attesa dai lavoratori disagiati. Ricordiamo che la madre di tutti gli attuali problemi è stata la legge di riforma delle pensioni avvenuta nell'ormai lontano 2011, risultata necessaria per poter salvare il Paese in un momento di forte crisi, ma anche deleteria per moltissimi pensionandi.
La crisi del Paese e il blocco del sistema pensionistico: i motivi alla base degli attuali problemi
Purtroppo negli anni successivi al 2011 si è aggiunta una seconda recessione, ragione per la quale sono venuti a mancare quei correttivi che sarebbero dovuti intervenire su tutte le situazioni di disagio. Qualche salvaguardia, a dire il vero, è stata possibile: ricordiamo ad esempio quella per i lavoratori esodati. Negli ultimi tempi poi si è registrata un'accelerazione interessante sul tema, basti pensare a quanto è stato fatto per i lavoratori precoci o per alcuni usuranti. Ma nonostante ciò, quello che bisogna sottolineare chiaramente è che siamo ancora ben lontani da una risoluzione strutturale dei problemi di cui soffre il nostro sistema previdenziale, al contrario di quanto è stato annunciato in diverse occasioni dalla politica.
Le ipotesi di risoluzione allo studio della politica: cosa accadrà nei prossimi mesi?
Come dicevamo, negli ultimi mesi si è potuta notare un'interessante accelerazione sul tema delle Pensioni anticipate e dei numerosi lavoratori rimasti tagliati fuori dalle tutele dell'Inps. Il tecnici del Governo Renzi assieme a quelli del nostro istituto di previdenza starebbe lavorando a dei meccanismi che possano permettere il pensionamento anticipato slegandolo dai criteri anagrafici della legge Fornero, ma in cambio il lavoratore dovrebbe accettare una mensilità più bassa, legata al ricalcolo contributivo.
Diversa è invece la cosiddetta proposta Damiano (dal nome del Presidente della Commissione lavoro alla Camera), con la quale i lavoratori dovrebbero poter ottenere la quiescenza attraverso la quota 100, ovvero unendo età anagrafica e versamenti. Ad esempio, si potrebbe avere il pensionamento anticipato con 60 anni di età e 40 anni di contributi.
Sopra tutto il sistema pende poi la richiesta di referendum abrogativo della legge Fornero proposto dalla Lega Nord, sulla quale si potrà conoscere l'esito definitivo entro il prossimo 20 gennaio 2015.
Insomma, l'unica certezza sembra quella relativa alla necessità di un profondo cambiamento nei meccanismi di accesso al pensionamento: una necessità che viene percepita sempre più come un'urgenza dalle tantissime persone che stanno vivendo una situazione di disagio a causa della rigidità eccessiva che caratterizza il nostro attuale sistema di uscita dal lavoro. Come sempre, nel caso vogliate ricevere i prossimi aggiornamenti sul tema della previdenza, vi ricordiamo di cliccare sul comodo tasto "segui" che vedete in alto, sopra al titolo dell'articolo.