Come abbiamo già scritto in alcuni nostri recenti articoli, arrivano interessanti novità sul tema delle pensioni anticipate, grazie ad un intervento inserito all'interno del Ddl sulla concorrenza. Una possibilità inattesa di uscita anticipata dal lavoro è infatti arrivata grazie ad un'apertura del fondi appartenenti al secondo pilastro previdenziale, che potranno offrire le proprie prestazioni di welfare privato anche con 10 anni di anticipo rispetto ai criteri attualmente in vigore per la previdenza pubblica. La misura ha ovviamente l'obiettivo di aiutare coloro che, in seguito all'irrigidimento dei requisiti per l'accesso all'Inps avvenuto nel 2011 con la legge Fornero, si sono trovati a vivere una situazione di disagio lavorativo: si pensi ad esempio al caso degli esodati rimasti improvvisamente senza reddito da lavoro e al contempo senza pensione, oppure più in generale ai disoccupati in età avanzata che non riescono ad inserirsi a causa della grave crisi occupazionale in atto.
Questi soggetti potrebbero beneficiare della rendita privata una volta terminate le tutele di welfare previste per chi ha perso il lavoro, in modo da ottenere una sorta di accompagnamento fino alla quiescenza pubblica.
Pensione anticipata 2015, le nuove regole di prepensionamento con il secondo pilastro previdenziale
Stante la situazione, l'articolo 15 del DDL sulla concorrenza prevede che chiunque abbia maturato 24 mesi di inoccupazione possa avere accesso alle prestazioni della previdenza integrativa, purché si ritrovi a non più di 10 annualità rispetto alle regole di accesso all'Inps. Vi è da notare che nei primi due anni dalla perdita del lavoro si potrà comunque fruire delle tutele di welfare pubbliche eventualmente previste a seconda dei singoli casi.
La nuova normativa presenta così un'importante scappatoia per i soggetti disagiati, perché in precedenza le regole risultavano molto più restrittive, visto che per ottenere la pensione anticipata il periodo di disoccupazione doveva risultare superiore ai quattro anni, mentre quello utile rispetto alla maturazione dei requisiti Inps non superiore alle cinque annualità.
L'eventuale decisione del lavoratore deve però essere il frutto di un'attenta valutazione, visto che il meccanismo di calcolo contributivo della rendita previsto nel secondo pilastro implica una mensilità più bassa per coloro che decidono di anticipare il pensionamento.
Cgil e Cisl esprimono perplessità sulle modifiche ai fondi pensioni inserite nel Ddl concorrenza
Nel frattempo, al riguardo dei recenti interventi sulla regolamentazione dei fondi pensione sono arrivati anche i primi commenti dei sindacati.
La Cgil punta il dito contro il rischio di indebolimento della previdenza complementare, che ha dovuto già subire l'aggravio della tassazione con la legge di stabilità. Mentre la Cisl si dice invece preoccupata per la tenuta del secondo pilastro, visto che "in nome della liberalizzazione del sistema della previdenza complementare, si rischia di compromettere la stabilità fondi contrattuali e quindi il valore delle future Pensioni".
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