Oggi, venerdì 20 dicembre 2015, sul fronte della riforma del mercato del lavoro mentre s'infiamma il confronto sulla riforma Pensioni, "è una giornata storica attesa da un'intera generazione". Lo ha dichiarato il premier e leader del Pd Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa convocata oggi dopo il consiglio dei ministri che ha varato in via definitiva il primo decreto attuativo del Jobs act sul contratto a tutele crescenti.

Jobs act, via libera al contratto, Renzi: 'Giornata storica, abolito l'articolo 18'

"Oggi rottamiamo e superiamo - ha detto il presidente del consiglio reintroducendo nel lessico renziano il verbo rottamare - un certo modello del diritto del lavoro e superiamo articolo 18, co.co.co. e co.co.pro. allo stesso tempo".

Adesso si attendono novità sulla riforma pensioni: le intenzioni di Renzi e Poletti sono quelle di concludere il lavoro sul Jobs act e poi far partire i lavori per le modifiche alla legge Fornero trovando innanzitutto soluzioni definitive per esodati e insegnanti Quota 96 scuola e prevedendo nuove forme di pensione anticipata non solo per gli impiegati della Pubblica amministrazione, come prevede la riforma Madia, ma anche per i lavoratori privati, come invece prevede un ddl del gruppo parlamentare del Pd a prima firma del presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano. Ma forse si dovrà aspettare altro tempo e calmare gli animi nella maggioranza. Renzi, intanto, esulta per l'ok al decreto del Jobs act parlando di "giornata storica".

"Circa 200.000 persone - ha evidenziato durante la conferenza stampa di oggi a Palazzo Chigi - passeranno dai co.co.pro. a un lavoro a tempo indeterminato".

Jobs act e riforma pensioni, Landini (Fiom Cgil): 'Governo ha scelto un'altra strada'

Ma "il governo ha scelto un'altra strada e non vuole discutere con il sindacato".

Si fa sempre più duro lo scontro tra esecutivo e parti sociali sul Jobs act e la riforma pensioni 2015. A rincarare oggi la dose - mentre il consiglio dei ministri dà oggi il via libera definitivo al decreto attuativo della legge delega sul contratto a tutele crescenti su cui in commissione Lavoro si erano scontrati Pd e Ncd - è ancora una volta il leader della Fiom Cgil Maurizio Landini.

Il nuovo contratto a tutele crescenti, che sostanzialmente modifica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, prevede che le sanzioni in caso di licenziamenti illegittimi individuale vengano estese ai licenziamento collettivi. "Ha scelto di accettare le proposte fatte da Confindustria - ha dichiarato il segretario della Fiom - e non ha proposto nulla di nuovo, anzi - ha sottolineato - siamo dentro alle indicazioni fatte dalla Bce. Non a caso - ha proseguito il sindacalista a margine dell'assemblea regionale Fiom a Padova - si è tagliato le pensioni, si è cancellato lo statuto dei lavoratori, si sono liberalizzati i licenziamenti".

Secondo il leader del sindacato dei metalmeccanici della Cgil il Governo Renzi sul Jobs act e la riforma pensioni 2015 applica di fatto "le politiche di austerità europee che sono quelle - ha sottolineato Landini in un'intervista video pubblicata sul sito dell'agenzia askanews - che hanno creato 25 milioni di disoccupati in Europa".

La Cgil di Susanna Camusso su Jobs act e riforma pensioni ha già annunciato in un documento approvato dal direttivo che se non ci sarà un cambio di rotta proseguirà la mobilitazione sulla scia dello sciopero generale dei lavoratori già indetto dal sindacato rosso lo scorso dicembre.