Il ministro dell'Economia Padoan ha assicurato che esistono le risorse necessarie per la stabilizzazione dei precari della scuola, circa 150mila, entro il prossimo settembre, ma non rassicura né pensionati né chi una pensione non ce l'ha ancora e che invece vorrebbe averla al più presto. Se da una parte troviamo un esercito di persone che toccano "il cielo con un dito", dall'altra troviamo tanti delusi, tanti illusi, tanti indignati per le mancate riforme o modifiche della legge Fornero del governo Monti del 2011. Le novità e le ultime notizie non riportano, difatti, presupposti per interventi nell'immediato.
Per la Scuola ci sono sul piatto del governo un miliardo di euro per quest'anno e di tre per i prossimi. Questa scelta ha fatto sollevare un vespaio di polemiche. Perché? cosa ha generato le polemiche? Dal Ministero delle Finanze, ma anche dal ministro del Lavoro Poletti, si è sempre affermato che mancano le risorse economiche necessarie per intervenire sulle Pensioni, e invece si reperiscono soldi per interventi che evidentemente vengono considerati più prioritari rispetto a quelli previdenziali.
Ma quali sono questi interventi che vengono additati come la pietra dello scandalo e che hanno scatenato tante polemiche e malumori? Innanzitutto la manifestata apertura e la possibilità di interventi a favore dei quota 96 scuola (circa 4 mila operatori scolastici), che sono ancora a lavoro sebbene abbiano maturato da tre anni i loro requisiti pensionistici, a causa di un errore della riforma pensioni Fornero.
Poi gli interventi per la stabilizzazione proprio del personale precario della scuola (circa 150 mila persone), a fronte di centinaia di migliaia di pensionati che non riesce ad arrivare a fine mese con una pensione di meno di 500 euro al mese.
Inoltre nei pensieri dei "contestatori" delle scelte del governo c'è la vicenda di quelle persone che hanno iniziato a lavorare da giovanissime (i cosiddetti precoci) e di quelle che svolgono mansioni usuranti che non possono ancora accedere al sogno pensionistico perché ancora privi dei requisiti di accesso alla pensione.
Le polemiche ed i malumori non sono rivolti verso chi in realtà colpe non ne ha ma verso quelle scelte governative che privilegiano ambiti e settori "non prioritari" come possono essere le spese militari, mentre sarebbero possibili. ipotesi di uscita anticipata con misure, come prestito pensionistico o staffetta generazionale per le quali non sarebbe necessario l'impiego di risorse straordinarie e che non toccano anzianità contributiva e età anagrafica previste nelle norme della riforma Fornero. Ci si augura che i malumori non arrivino a contrastare quel che di buono si sta facendo e che non si arrivi ad una "guerra tra poveri".