Torna di nuovo in auge il dibattito riferito a partite Iva e regime dei minimi 2015: a tenere banco in queste ultime ore sono le dichiarazioni rilasciate dal ministro del lavoro Giuliano Poletti e dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che parlando della riforma complessiva del regime fiscale hanno lanciato nuovi appelli (Damiano) e prodotto interessanti considerazioni sulla futura riforma (Poletti). E mentre ai piani alti qualcosa torna a muoversi proseguono le proteste dei diretti interessati: il nuovo regime dei minimi 2015 pianificato in Legge di Stabilità si mostra ogni giorno più penalizzante, con la soglia reddituale di ingresso fissata a 15mila euro e l'imposta sostitutiva spostata al 15% ad occupare costantemente gli incubi di tutti i possessori di partita Iva che hanno richiesto l'accesso al regime.
Per capire di cosa si sta parlando basta riportare un esempio frutto dell'elaborazione della Fondazione Hume, un calcolo molto semplice adottato anche da LaStampa.it per chiarificare al meglio l'attuale situazione. Al centro dell'esempio un consulente informatico che ha deciso di esercitare in autonomia aprendo partita Iva: con un range di compensi massimo fissato a 15mila euro ed una spesa iniziale di 2mila euro (il minimo per poter acquistare pc e smartphone) l'ammontare di imposte da dover pagare stante il nuovo regime dei minimi 2015 arriva a toccare quota 810 euro a fronte dei 450 che il consulente avrebbe dovuto versare fruendo della vecchia impostazione.
Partite Iva e Regime dei Minimi 2015: Damiano e Poletti, aliquota al 10% e blocco IRPEF - Riforma in discussione il 20 febbraio prossimo
Questa l'attuale situazione, ma cosa sta pensando di fare il governo per porre rimedio? Intervenuto al convegno del PD tenutosi a Torino, il presidente Damiano è tornato a parlare di lavoro ricordando l'emendamento presentato al Milleproroghe che chiede di 'accantonare l'aumento dell'IRPEF' in attesa della riforma complessiva del regime fiscale. Nelle settimane scorse l'ex ministro aveva già lanciato numerosi appelli al governo Renzi chiedendo in particolare che si intervenisse su partite Iva, regime dei minimi 2015 e gestione separata INPS. Gli iscritti a quest'ultimo organo infatti subiranno un incremento delle aliquote che passeranno dal 30 al 33% da qui al 2018, un vero e proprio salasso dunque con un aumento dell'1% l'anno.Anche il ministro Giuliano Poletti è tornato a parlare di partite Iva e regime dei minimi 2015 dagli studi di 'L'aria che tira', il programma che va in onda su La 7: il responsabile del Welfare ha ribadito l'errore commesso ma non si è sbottonato sottolineando che alla riforma 'sta lavorando il ministero dell'Economia'. Al di là dei silenzi esibiti in diretta e così come riportato da La Stampa.it, parte che sia allo studio una manovra che potrebbe portare l'aliquota del regime dei minimi 2015 dal 15 al 10% con aumenti progressivi in base al fatturato maturato da ciascuna partita Iva. Resta da capire come funzionerebbe il tutto, ma per saperlo si dovrà aspettare il Consiglio dei Ministri del 20 febbraio prossimo, quando si parlerà della riforma fiscale. Noi seguiremo tutti gli sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.