Il capitolo delle Pensioni ha registrato nella giornata di ieri 10/02 un ulteriore passo in avanti verso la stabilizzazione dell'Inps, grazie alla ratifica definitiva di Tito Boeri per la carica di Presidenza: "abbiamo un cv di tutto rispetto e l'approccio di Boeri è stato rispettoso. Mi auguro che ci sia anche l'elemento di discontinuità [...] che si affronti il problema della governance e gli altri fronti aperti del welfare". Sono queste le ultime parole pronunciate al riguardo della situazione previdenziale da parte del Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano.
Il Parlamentare sta cercando di far convogliare ormai da parecchi mesi l'attenzione del legislatore verso un nuovo strumento normativo definito come Quota 100, che permetterebbe di flessibilizzare l'uscita del lavoro attraverso l'unione di età anagrafica e contributiva. Ma il vantaggio principale sarebbe un'altro, ovvero l'estrema duttilità di questo meccanismo previdenziale, visto che con un'età più elevata sarebbero necessari meno versamenti contributivi e viceversa. Purtroppo il problema sembra restare quello delle coperture, perché il bilancio dell'Inps continua a mantenersi sotto stress e anche quest'anno secondo la relazione del CIV (comitato di vigilanza) potrebbe chiudere con un disavanzo.
Nuova presidenza Boeri potrebbe far convergere l'Inps verso il sistema contributivo
D'altra parte, proprio le necessità di reperire le risorse necessarie ad un riequilibrio delle sperequazioni previdenziali potrebbero portare ad un meccanismo di ricalcolo contributivo perlomeno in una parte delle mensilità erogate. Secondo gli editoriali pubblicati in passato da Boeri, un simile provvedimento può ipotizzato per le pensioni più elevate (superiori alle 3.000 €) e solo in casi specifici.
Ovviamente, sulla questione vi è da valutare la costituzionalità di un simile intervento, soprattutto se si considera che molti parlano di sistema retributivo come un diritto acquisito. È chiaro però che un tale sistema di compensazione potrebbe permettere di effettuare finalmente numerosi interventi di pensionamento anticipato sui lavoratori disagiati e sui disoccupati in età avanzata, che al momento risultano esclusi dalle tutele dell'Inps; una situazione che si è prolungata ormai da troppo tempo e che secondo il Ministro Poletti rischierebbe addirittura di mettere in forse la tenuta sociale del Paese.
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