Intervenire su opzione donna e ripristinare la flessibilità in uscita. È quanto richiesto dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano che continua a sostenere la sua idea sull'introduzione di Quota 100 nonostante comporti un costo molto elevato per le casse statali. La vecchia Riforma Fornero non lascia scampo ai lavoratori che ormai da anni combattono contro le dure norme che hanno allungato ancora di più l'età pensionabile.

Ecco perché in Italia, servono norme non troppo "severe" che possano modificare la Legge Fornero e permettere, quindi, ai lavoratori l'accesso alla pensione.

"Bisogna aprire un tavolo di confronto serio sulla flessibilità in uscita, esodati e ricongiunzioni onerose dopo il 20 febbraio", afferma Damiano. Infatti, rimangono ancora molti punti oscuri per ciò che riguarda il pensionamento che, grazie ad un'attenta analisi e un maggiore impegno da parte del Governo potranno essere chiariti.

Da rivedere, anche la famosa opzione donna, ovvero la possibilità estesa alle lavoratrici donne di accedere anticipatamente alla pensione optando esclusivamente per il metodo contributivo. Secondo quanto riferito da "Pensioni Oggi", a complicare la situazione delle lavoratrici, sono state le due circolari dell'Inps del 2012 che hanno imposto un freno per quanto riguarda l'accesso all'opzione donna nel 2015.

Damiano, infatti, chiede la rimozione delle due circolari dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale al fine di facilitare alle donne di fruire dell'opzione a loro riservata.

Intanto, l'ex ministro Damiano, continua a sostenere con fermezza l'ipotesi avanzata tempo fa riguardante l'introduzione Quota 100, ossia la possibilità estesa ai lavoratori di lasciare il lavoro dopo il perfezionamento di un minimo di 60 anni di età e 40 anni di contributi, oppure 61 anni di età e 39 anni di contribuzione o ancora 62 anni di età e 38 anni di contributi.

Vi è ancora la proposta dei pensionamenti flessibili che consentirebbe ai lavoratori di accedere alla pensione a partire dai 62 anni di età con 35 anni di contributi andando incontro a delle piccole decurtazioni sull'assegno previdenziale. Si tratta di ipotesi molto costose ma come sostenuto dallo stesso Damiano, sono le più "robuste e solide".