Nella giornata di ieri la Commissione lavoro alla Camera è tornata a riunirsi sulla delicata questione della flessibilità previdenziale, cercando di portare a compimento un disegno di legge che nell'intento dei promotori dovrebbe servire ad aiutare tutti i lavoratori rimasti colpiti dal repentino innalzamento dei requisiti di quiescenza avvenuto con la legge Fornero 2011. Nella pratica, si tratta di una platea molto vasta, che è stata fino ad ora oggetto di tutele solo parziali, come nel caso delle salvaguardie destinate ai lavoratori esodati e precoci.
Purtroppo resta ancora irrisolto il nodo dei disoccupati in età avanzata, ovvero di coloro che di fatto sono troppo avanti con gli anni per accedere nuovamente al mercato del lavoro e troppo giovani per poter fruire delle tutele previdenziali dell'Inps.
Riforma delle pensioni, con il Ddl numero 857 la Commissione lavoro propone di anticipare l'età di pensionamento a 62 anni
Stante la situazione, il progetto allo studio della Commissione lavoro alla Camera riguarderebbe la possibilità di anticipare l'età di pensionamento dagli attuali 67 anni previsti dai criteri in vigore fino ai 62 anni di età, una soglia considerata ragionevole anche in virtù del fatto che alcune tipologie di lavori risultano particolarmente usuranti, oppure nei confronti di chi ha iniziato a lavorare in giovane età.
Secondo il Ddl numero 857, attualmente in fase di preparazione, il minimo dei contributi versati per poter approfittare di questa opportunità dovrà corrispondere ai 35 anni. In questo modo, si verrebbe a realizzare qualcosa di simile ad una quota 97, seppure con un preciso vincolo anagrafico. Per aggirare le resistenze dei tecnici preposti alla verifica del bilancio pubblico, si progetta di far ricorso ad un sistema di piccole penalizzazioni, che dovrebbero raggiungere nel peggiore dei casi la soglia massima dell'8% sull'assegno effettivamente erogato dall'Inps.
Riforma pensioni 2015: meglio quota 97 o quota 100? Le considerazioni dei parlamentari e dei lavoratori
Secondo i parlamentari che stanno lavorando alla nuova ipotesi di flessibilità nell'uscita dal lavoro, con questa iniziativa si potrebbe avvantaggiare contemporaneamente tutte le tipologie di lavoratori iscritti all'Inps, dando anche ai diretti interessati una diversa possibilità soggettiva di gestione delle proprie prerogative previdenziali.
D'altra parte, il livello di accesso dei 62 anni di età potrebbe non piacere ai molti lavoratori precoci e a coloro che hanno già accumulato un importante bagaglio di contributi, tanto che in passato diversi nostri lettori avevano espresso la propria preferenza per la pensione anticipata con la quota 100. Quest'ultima, infatti, risulterebbe ancora più flessibile, perché permetterebbe di svincolare totalmente la data di pensionamento dal raggiungimento di una precisa età anagrafica, sebbene i costi a carico del bilancio pubblico per la sua implementazione sarebbero ben più importanti.
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