Sul tema della necessità di flessibilizzare l'ingresso nelle Pensioni pubbliche si discute ormai da anni, ovvero da quando la Riforma Fornero del 2011 ha repentinamente innalzato i requisiti richiesti per poter accedere all'Inps. Di fatto, la situazione che si è verificata non ha precedenti ed è stata finora solo parzialmente calmierata con degli interventi ad hoc o estemporanei, come le salvaguardie che si sono susseguite in favore dei lavoratori esodati o le sanatorie destinate ad alcuni precoci. Sembra invece destinata all'ennesimo rinvio la tanto attesa introduzione di una nuova forma di pensionamento anticipato nel welfare pubblico.

L'esecutivo ha detto infatti di avere allo studio assieme all'Inps diverse opzioni di flessibilità, ma ha anche specificato di volerle mettere ogni ipotesi alla prova dei conti, pertanto qualcosa di concreto potrà avvenire solo in concomitanza con la prossima legge di stabilità, cioè verso la fine dell'anno.

Pensione anticipata di secondo pilastro: decreto concorrenza permette di anticipare l'uscita fino a 10 anni

Notizie decisamente più confortanti arrivano invece per chi ha sottoscritto un fondo pensione privato, aderendo al secondo pilastro previdenziale. Grazie ad un intervento specifico nel recente Dl sulla concorrenza, il lavoratore che resta disoccupato o inoccupato per almeno 24 mensilità, potrà supplire alla mancanza di coperture reddituali di welfare chiedendo il pensionamento anticipato, purché manchino non più di 10 anni dalla data effettiva di pensionamento pubblico.

La misura rende quindi disponibili delle importanti risorse di sostegno al reddito, che in precedenza risultavano solo parzialmente accessibili al lavoratore. Ricordiamo inoltre che resta possibile anche il riscatto del montante accumulato, laddove le regole del fondo prevedano di poterne fruire.

Parte il quarto pilastro previdenziale: possibile prestito vitalizio ipotecario per chi supera i 60 anni di età

Nel frattempo il Senato ha approvato un'altra importante iniziativa in favore di chi possiede più di 60 anni di età, ovvero il prestito vitalizio ipotecario. Da molti già rinominato come quarto pilastro previdenziale (dopo la pensione Inps, i fondi di previdenza integrativa ed il TFR), questa misura permetterà ai pensionandi di sottoscrivere un prestito bancario di stampo vitalizio; nella pratica si potrà mettere a garanzia il proprio immobile per ottenere una scorta di liquidità, utile per raggiungere i requisiti di pensionamento.

L'idea è di offrire agli anziani intestatari di immobili una nuova forma di integrazione al proprio reddito, valida non solo nelle situazioni di disoccupazione in età avanzata, ma anche nel caso si ricevano pensioni molto basse: in questo modo, a differenza di chi decide la vendita della nuda proprietà, non si preclude agli eredi di entrare in possesso dell'immobile in futuro, salvo la restituzione del prestito in essere con la banca.

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