Prosegue senza sosta il dibattito in tema di riforma pensioni 2015 e Legge Fornero: protagonisti delle ultime ore i ministri Poletti e Padoan e il leader della CGIL Susanna Camusso, con quest'ultima ad essersi detti fiduciosa circa un imminente avvio della fase di concertazione con il governo Renzi. Se il sindacato rosso chiede con fermezza che la manovra ratificata dall'allora ministro del lavoro Elsa Fornero venga profondamente rivista, Poletti e Padoan paiono più prudenti ma non per questo meno disposti ad un dialogo; il responsabile del Welfare ha chiaramente parlato di 'legge da modificare perché fatta male', laddove il numero uno del MEF ha invece ribadito l'importanza di costruire un sistema che risulti comunque in grado di reggersi da un punto di vista finanziario.

Il tema della sostenibilità economica del provvedimento che verrà è stato ripreso anche dal ministro Poletti che ha però capovolto il punto di vista prospettico evidenziando come l'epoca storica nella quale venne ratificata la Legge Fornero fosse profondamente diversa: l'Italia era sull'orlo della bancarotta, una manovra lacrime e sangue era dunque l'unica via percorribile. Oggi la musica è diversa, un dato questo del quale 'non è possibile non tenere conto'.

Riforma pensioni 2015 e Legge Fornero, Poletti, Padoan e Camusso: speranze e proposte - Punti di vista diversi ma non inconciliabili

Parlando di riforma pensioni 2015 e Legge Fornero bisogna dunque evidenziare gli interventi prodotti da Susanna Camusso, leader della CGIL, Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia. 'Abbiamo sentito il ministro del lavoro dire che anche lui pensa che quella legge (la Fornero, ndr) non va bene - ha dichiarato il segretario CGIL Susanna Camusso - Gli abbiamo chiesto un incontro e speriamo che ci sia davvero. Agli annunci di queste ore devono seguire i fatti'. Forte e deciso, l'appello del leader del sindacato rosso non si discosta dalla linea ideale che i sindacati stanno percorrendo ormai da mesi: la Legge Fornero è incapace di regolare il circuito socio-economico che ad oggi caratterizza il tessuto previdenziale italiano, urge dunque un cambiamento che si dimostri 'epocale'. Simile nella sostanza ma non nella forma l'intervento del ministro Poletti: 'La Legge Fornero di riforma delle Pensioni è stata fatta male, quella manovra venne realizzata in un tempo in cui il bilancio dell'Italia era un problema. Per questo motivo dobbiamo metterci mano'. La situazione oggi è dunque diversa e se è vero che ogni riforma dovrebbe essere cucita addosso al contesto storico di riferimento la Legge Fornero diventa uno dei provvedimenti più anacronistici tra quelli presenti nel panorama dell'ordinamento italiano.



Restando sempre a riforma pensioni 2015 e previdenza vanno però segnalate anche le dichiarazioni rilasciate dal ministro Padoan, convinto della necessità di un intervento comunque calibrato e ben ponderato: 'Ci vedremo con il ministro Poletti e con il presidente Boeri nelle prossime settimane per valutare ogni ipotesi […] Il sistema pensionistico italiano è considerato dall'Unione europea come uno dei più stabili e sostenibili. E comunque la riforma previdenziale del Governo Monti ha creato un meccanismo che ha permesso di ricevere una pensione e di salvaguardare la finanza pubblica, non è poco'. Tradotto, l'Italia ha margini di manovra ridotti perché l'UE dall'alto comanda e guida le fila di un provvedimento che per forza di cose non potrà incrementare il monte spese previdenziale italiano. La sfida starà dunque nel delineare un meccanismo che compenetri le esigenze dei lavoratori da una parte e quelle del sistema finanziario dall'altra con l'auspicio che questa volta si possa raggiungere l'obiettivo.