Il dibattito sulla riforma delle pensioni in Italia si fa sempre più accesso ogni giorno che passa. Oggi registriamo un vero e proprio scontro tra governo e sindacati con in testa Fiom e Cgil. All'indomani della manifestazione della Cgil insieme alla Fiom, Maurizio Landini leader di quest'ultima ha chiesto al governo diretto da Matteo Renzi un incontro immediato col Premier e con il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti per discutere della riforma. Secondo Landini non è possibile lasciar decidere la riforma al Presidente dell'Inps Tito Boeri, ma è necessario che anche i sindacati diano il loro concreto contributo.

Landini poi si è lanciato in un duro attacco al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per Landini il Premier avrebbe una concezione padronale della politica e cerca di fuggire dal confronto evitando ogni dialogo.

Riforma pensioni 2015: Landini critica anche il Ministro Poletti 

Altre critiche arrivano anche al Ministro Poletti, reo di aver dichiarato senza poi confermarlo di voler fissare un incontro con i sindacati, incontro che però al momento non ha ancora una data certa. Insomma un Landini molto critico e appoggiato anche dalla Cgil, che su questi argomenti in pratica la pensa alla stessa maniera. Nel frattempo procedono molto a rilento i lavori relativi all'esame del Ddl presentato da Cesare Damiano in Commissione Lavoro alla Camera.

Il motivo dei ritardi è il fatto che il Ministro Poletti e il Presidente Inps Boeri non hanno ancora tenuto le proprie audizioni, senza le quali l'esame non può andare avanti. Ricordiamo che Damiano ex Ministro del Lavoro e attuale Presidente della Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati preme per un'immediata riforma del sistema delle Pensioni.

Infatti secondo Damiano l'attuale sistema regolato dalla legge Fornero del 2011 non è abbastanza flessibile in uscita causando problemi molto gravi.

Quindi egli chiede a gran voce un intervento immediato. Il suo Ddl in cui sono contenute alcune proposte interessanti, funge da stimolo ad un intervento del governo. Governo che però al momento sembra sordo da quell'orecchio. Infatti per il momento tutto sembra rimandato alla prossima legge di stabilità.