Il DDL Scuola 2015 continua a far parlare di se. Nel corso di una videochat su RepubblicaTv, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha parlato riguardo ai dirigenti scolastici, affermando che anche loro avranno incarichi triennali, ovvero saranno 'a tempo'. La questione era già nota, perché in un'intervista rilasciata a OrizzonteScuola qualche settimana fa, l'Onorevole Puglisi aveva già anticipato la possibilità che i dirigenti avessero nomine triennali e rischiassero poi di non essere riconfermati. Ma il ministro dell'Istruzione ha chiarito ulteriormente alcuni dettagli.

I dirigenti scolatici de La Buona Scuola

Secondo quanto affermato dal ministro, i presidi del progetto La Buona Scuola sono 'leader educativi che vengono dall'insegnamento e vi ritorneranno dopo un certo periodo'. Ma come sarà eletto il dirigente scolastico? Come i rettori universitari? In effetti sarebbe la soluzione migliore, che porterebbe un certo equilibrio con il ruolo che essi hanno di scegliere i docenti che lavoreranno all'interno del loro istituto. Ma a giudicare i dirigenti, spiega OrizzonteScuola, non saranno i docenti, bensì 'un nucleo di valutazione istituito presso l'amministrazione scolastica regionale' di cui faranno parte degli esperti che non appartengono alla stessa amministrazione.

Questi valuteranno l'operato del dirigente e i risultati che ha ottenuto in passato. Il DEF aveva anticipato che la valutazione dei dirigenti scolastici sarebbe stata uno dei punti cardinali della riforma scuola.

Il Ministro Giannini e il ruolo dei dirigenti nel DDL scuola

Secondo quanto affermato dal ministro, i dirigenti renderanno conto di quello che fanno.

È vero che avranno più potere, ma risponderanno delle loro scelte e delle loro azioni. La Giannini ha usato l'espressione 'Accountability', in base alla quale i presidi avranno l'obbligo di render conto delle loro azioni e scelte e poi essere sanzionati nel caso in cui queste non risultino adeguate. Peccato che il particolare che non torna è chi emette il giudizio e la sanzione.

Non dovrebbe essere la collettività, formata da famiglie, insegnanti e studenti, a decidere se un dirigente fa bene o meno il suo lavoro? Invece, se le cose non cambiano, avremo una scuola basata su una scala piramidale. Viva la democrazia!