"Siamo in attesa di una risposta positiva alla nostra giusta rivendicazione [...] abbiamo fatto tutto ciò che potevamo, tante di noi si sono spese in prima persona rubando tempo alla propria vita per la causa di tutte. Ora aspettiamo una bella risposta positiva, non può essere diversamente". Sono le parole scelte dalla coordinatrice del Comitato opzione donna riguardo la decisione di effettuare un ricorso al Tribunale del Tar laziale, per poter finalmente vedere riconosciuto il proprio diritto al pensionamento anticipato. Stiamo parlando delle lavoratrici che ormai dall'inizio del 2015 stanno cercando di ottenere l'uscita dal lavoro tramite la legge 243/2004, ovvero con 57 anni anagrafici e 35 di versamenti per le lavoratrici dipendenti (58 anni per le autonome).
L'Inps al termine del 2014 ha diramato due circolari con le quali comunicava di ritenere conclusa l'opzione di pensionamento, costringendo di fatto le lavoratrici a ricorrere legalmente. "Pur avendo i requisiti di legge, noi del comitato opzione donne siamo state tagliate fuori dalle circolari".
Stante la situazione, i primi riscontri dal Tar laziale dovrebbero arrivare a breve termine ed entro l'inizio della prossima estate. Nel frattempo, le lavoratrici coltivano ugualmente la speranza che tutto possa risolversi con la concessione della pensione per via amministrativa, visto che la vicenda resta presente sul tavolo dell'esecutivo.
Riforma pensioni e Quota 96 della scuola: ultimi aggiornamenti vedono i professori ancora in una fase di stallo
Ad attendere una soluzione del proprio blocco previdenziale non vi sono solo le partecipanti del comitato opzione donna, ma anche i dipendenti pubblici uomini e donna Quota 96 della scuola, che si sono visti negare improvvisamente il diritto al pensionamento con l'avvento della legge Fornero.
Il gruppo di rappresentanza dei lavoratori è tornato ad esprimere la necessità di un intervento sul proprio gruppo di Facebook, richiamando l'esecutivo ad una veloce risoluzione del problema. "Ora siamo rimasti in duemila e bastano solo sessanta milioni, quindi non è una questione di risorse economiche" spiega un rappresentante dei lavoratori all'interno del social network, evidenziando che "non ci sono più scuse per reiterare una grave discriminazione commessa dalla politica italiana".
Molti lavoratori avrebbero infatti già ottenuto la quiescenza tramite i benefici della legge 104 oppure per mezzo del raggiungimento dei nuovi requisiti di legge, pertanto il personale rimasto ancora bloccato tra i banchi di scuola chiede che si giunga finalmente ad una soluzione definitiva, tramite l'inserimento di una nuova sanatoria nel decreto per le assunzioni della scuola.
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