La riforma pensioni di Boeri sembrerebbe iniziare a prendere corpo: nonostante le intenzioni del neo presidente Inps fossero già state palesate in passato, le ultime notizie vedono protagonista in questi giorni uno degli elementi più cari al nuovo acquisto dell'ente previdenziale, il reddito minimo. La misura, che verrà presentata ufficialmente a giugno è incentrata sulla fascia d'età 55-65 anni e seguirà l'attuazione di un altro elemento del piano caro a Boeri, quello dell'informazione e trasparenza. A partire da maggio infatti, prenderà ufficialmente il via la cosiddetta "busta arancione".

Nonostante il tema delle Pensioni fosse un elemento centrale della cronaca politica degli ultimi anni, a partire dalla riforma Dini "abbiamo assistito ad una sorta di ignavia di Stato per cui non si è voluto informare i cittadini del cambiamento" ha detto Tito Boeri, portando così i contribuenti ad operare delle scelte sbagliate. Ed è proprio in quest'ottica che si colloca la misura, già sperimentata e che prenderà ufficialmente piede dal primo maggio: si tratta della sempre più famosa "busta arancione", documento che terrà aggiornati i cittadini sulla propria posizione previdenziale. Lo scopo è proprio quello di rendere i lavoratori partecipi, a scegliere al meglio per il proprio futuro, senza ritrovarsi innanzi a brutte sorprese nel momento in cui arriva l'attesa uscita dal mondo del lavoro.

A chi è uscito dal mondo del lavoro e si ritrova senza pensione si indirizza l'altro provvedimento fortemente voluto da Boeri e al centro del dibattito sulla riforma pensioni, quello del reddito minimo. La proposta verrà presentata a giugno e riguarderà le persone tra i 55 e i 65 anni che sempre più spesso si ritrovano a fare i conti con la povertà causata dalla recessione.

Ma nella fattispecie come funziona? La misura al centro delle ultime notizie sulla riforma pensioni 2015 si propone di assicurare un reddito al di sotto del quale non poter scendere che salvaguardi gli over 55 dalla soglia di povertà. Difficile prevedere esattamente come verrà articolato, ma quanto traspare dalle parole di Boeri è legittimo pensare che somiglierà molto al Sia (sostegno per l'inclusione attiva) una forma di assistenza attiva già nelle più grandi città italiane.

Stando alle ultime notizie, sulla proposta di Boeri è intervenuto il ministro Giuliano Poletti: "Prima a quelli che hanno perso il lavoro, solo dopo si può allargare la platea" ha detto in un'intervista a Repubblica, sottolineando l'annoso problema degli esodati che si ritrovano costretti nel limbo della disoccupazione alla soglia della pensione e per cui un reimpiego risulta oltremodo difficoltoso.