La Scuola si fermerà compatta per lo sciopero del prossimo 5 maggio 2015 contro il disegno di legge sulla Buona scuola varato dal Governo Renzi: insegnanti, dirigenti scolastici, personale amministrativo, tecnico e ausiliario incroceranno insieme le braccia contro l'intenzione governativa di affidare ampi poteri ai presidi e per far sentire la propria voce sulle modalità di assunzione dei docenti precari.

E si arriverà, come ha annunciato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, "allo sciopero degli scrutini, se necessario.

Il Governo dovrà ascoltare il messaggio forte e chiaro della piazza, il 5 maggio tutte le scuole d'Italia dovranno rimanere chiuse".

Sciopero 5 maggio contro la Buona Scuola Renzi: ecco i motivi

Insomma, lo sciopero del 5 maggio sarà solo il primo passo della battaglia. La protesta, unitaria dopo sette anni, raccoglierà le cinque sigle sindacali della scuola contro la riforma dell'attuale Governo Renzi: Cgil, Cisl, Uil, Gilda-Fgu e Snals-Confsal protesteranno non solo contro la Buona scuola, ma anche contro il mancato rinnovo del contratto, fermo orami dal 2008 "con retribuzioni che stanno portando i docenti italiani a scendere da ceto medio a Quarto Stato, schiacciandone la dignità umana e lavorativa", come si legge nel comunicato ufficiale pubblicato dalla Gilda sul suo sito.

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, rincara la dose: "Quando non si hanno competenze e conoscenze adeguate si rischia di fare come l'apprendista stregone. Renzi sta facendo danni incalcolabili alla scuola".

"La nostra preoccupazione - gli fa eco Massimo Di Menna, segretario generale della Uil - è lo scontro in atto tra il Governo e la scuola e tra il Governo e l'Italia.

La nostra protesta non è generica, ma ben specifica: vanno corrette le misure relative alla stabilizzazione dei precari, i super poteri dei dirigenti scolastici e il contratto di lavoro".

Dello stesso avviso è Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil: "Chiediamo l'immediata stabilizzazione dei docenti precari, la realizzazione del rinnovo contrattuale, l'autonomia scolastica che porti ad una scuola libera dalle molestie burocratiche e basata sulla cooperazione dei soggetti che lavorano nella scuola e nel territorio".