"Sappiamo che c'è ancora un tema aperto" ha spiegato il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, riferendosi alla questione della settima salvaguardia parlamentare per i lavoratori esodati, ma anche alla necessità di flessibilizzare maggiormente il meccanismo di accesso alla pensione. A propendere per un cambiamento in tal senso vi sono ormai l'Inps, la Commissione lavoro in Parlamento e le parti sociali: "incontreremo sicuramente i sindacati" prosegue Poletti, specificando però che le tempistiche non possono essere immediate, perché "il Governo deve definire una posizione collegiale e serve un po' di tempo".

È chiaro che la questione della sentenza numero 70/2015 emessa dalla Corte Costituzionale ha condizionato la già complessa discussione e i conti da elaborare sul tema della flessibilità previdenziale, visto che ora il Governo si trova a dover gestire un ammanco potenziale dai 5 ai 10 miliardi di euro.

Pensioni flessibili, parte l'operazione trasparenza: l'Inps potrebbe suggerire la flessibilità tramite un ricalcolo contributivo

Stante la situazione, sembrano ormai chiare le posizioni assunte dai vari soggetti istituzionali che si stanno prodigando per cercare una soluzione all'annosa vicenda. Il Presidente dell'Inps Tito Boeri è tornato più volte sull'eccessiva rigidità dei meccanismi di accesso alla pensione voluti con la legge Fornero ed ha cercato la quadra nel favorire l'uscita dal lavoro tramite un ricalcolo almeno parziale delle mensilità erogate con il sistema contributivo.

Proprio per evidenziare le discrasie più grandi nell'attuale metodo di erogazione delle Pensioni, l'istituto ha avviato anche un'operazione trasparenza, illustrando i dati dei fondi con una gestione caratterizzata dal maggior disavanzo, mentre dal primo maggio è presente sul sito dell'Inps un simulatore della pensione futura che verrà esteso gradualmente a tutta la popolazione.

Dal Parlamento restano le ipotesi per la pensione quota 100 e le relative soluzioni alternative 

Resistono invece dalla Commissione lavoro alla Camera le ipotesi alternative al pensionamento flessibile rispetto al mero ricalcolo contributivo della mensilità erogata: si tratta di soluzioni che derivano dall'ormai accantonata quota 100 e che provano a costruire un ponte tra le necessità di ottenere la pensione anticipata da parte dei lavoratori e quelle di equilibrio dei conti per l'esecutivo.

Le due proposte più discusse al momento restano la quota 97 con sbarramento a 62 anni di età più 35 di contribuzione e una penalizzazione massima dell'8% sulla mensilità erogata, oltre all'uscita per i precoci con 41 anni di versamenti. Si tratta di ipotesi che sembrano maggiormente favorite dai lavoratori rispetto ad una conversione pura della pensione con il sistema contributivo, ma per sapere qualcosa di più concreto bisognerà attendere il prossimo mese, quando l'Inps invierà le proprie conclusioni al Governo. Solo allora l'esecutivo deciderà la propria linea d'azione sul tema, mentre per vedersi concretizzare la svolta bisognerà attendere la stesura della prossima legge di stabilità.

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione nel caso desideriate condividere tra di voi opinioni e commenti tramite l'apposita funzione offerta dal sito, mentre per ricevere tutti gli ultimi aggiornamenti sulla previdenza vi ricordiamo di utilizzare il comodo tasto "segui" che trovate in alto, sopra al titolo dell'articolo.