Dal Parlamento si torna a puntare i riflettori sulla delicata questione di coloro che sono stati tagliati fuori dal pensionamento in età avanzata a causa dell'irrigidimento dei parametri anagrafici e contributivi avvenuto con la legge Fornero del 2011. Il palcoscenico della previdenza negli ultimi giorni è stato occupato principalmente dalla vicenda delle rivalutazioni Istat e dalla decisione di incostituzionalità arrivata dalla Consulta; una battaglia di civiltà, che però rischia di far tornare in secondo piano il tema della flessibilità previdenziale non solo per una questione di interesse tra i cittadini, ma anche per gli evidenti riverberi sul bilancio dell'Inps.

Resta il fatto che per assolvere a quanto richiesto dalla Corte Costituzionale si stimano budget dai 5 ai 15 miliardi di euro, cioè risorse che avrebbero potuto essere indirizzate anche al problema delle Pensioni anticipate e dei blocchi sui luoghi di lavoro.

Damiano: intervenire con i sindacati sulla flessibilità, ok a reddito minimo per chi ne ha bisogno

Stante la situazione, il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano è tornato sulla vicenda della flessibilità Inps, chiedendo al Governo un intervento di ampio respiro su tutti i problemi correlati alla legge Fornero. "Suggerisco al Premier Renzi di affrontare questo tema con le parti sociali e in particolare con i sindacati, per trovare la soluzione adeguata" spiega l'ex Ministro del lavoro, che torna a sottolineare anche l'importanza di creare un reddito minimo per coloro che perdono il lavoro essendo troppo lontani dal pensionamento.

Sul punto, ci tiene però a ricordare che il reddito minimo "non può essere la soluzione valida per tutte le situazioni, perché ci troviamo di fronte a platee non omogenee e che hanno bisogno di interventi ad hoc".

Riforma pensioni 2015 - 2016: le proposte della Commissione lavoro con il sistema delle quote e l'uscita per i precoci

Proprio in relazione alle misure ad hoc la Commissione lavoro alla Camera ha già elaborato diverse proposte di flessibilità, che al momento sarebbero allo studio dei tecnici governativi. L'idea principale è di andare ad aprire i criteri sanciti con la legge Fornero offrendo due diverse tipologie di pensionamento anticipato.

La prima riguarda il sistema delle quote; dopo aver accantonato l'ormai nota pensione anticipata con quota 100 perché considerata troppo onerosa, si è pensato di limitare l'impatto sui conti offrendo la quota 97 (con 62 anni di età e 35 di versamenti). Per i lavoratori precoci potrebbe invece esserci la via del prepensionamento con 41 anni di versamenti, indipendentemente da quale sia il requisito anagrafico già sviluppato. Si tratta di soluzioni che avrebbero anche il vantaggio sociale di evitare che si creino nuove sacche di povertà: "a queste persone non va data assistenza, ma il sacrosanto diritto di andare in pensione in anticipo" conclude Damiano.

E voi, cosa pensate in merito alle ultime vicende che hanno caratterizzato la questione previdenziale?

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