L'azione di riforma all'interno della previdenza è diventata improvvisamente una priorità per il Governo Renzi, quando alla fine di aprile 2015 la Consulta ha deciso di dichiarare incostituzionale lo stop alle rivalutazioni Istat previsto con la legge Fornero. La questione però sembra tutt'altro che semplice, non solo perché la sentenza numero 70 ha improvvisamente aperto un buco di bilancio (ancora non quantificato in modo preciso), ma anche perché il risultato potrebbe essere un riorientamento delle priorità del Governo. Un eventualità che allontanerebbe ancora una volta il traguardo della flessibilità previdenziale per i tanti lavoratori rimasti bruciati dal repentino innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi avvenuto nel 2011, tanto che dalla Commissione lavoro alla Camera si mettono già le mani avanti e si chiede all'esecutivo di ricorrere alla concertazione.

Una richiesta che era stata avanzata in passato dai sindacati, ma sulla quale l'esecutivo sembra voler prendere tempo, almeno fino a quando l'Inps non avrà comunicato le proprie proiezioni sui costi da sostenere per attuare le ipotesi di flessibilizzazione dell'uscita dal lavoro.

Prepensionamenti Inps e Quota 100: ipotesi di maggior flessibilità resta la richiesta principale dei lavoratori

Analizzando la questione dal punto di vista dei lavoratori, appare evidente che le misure ideali dovrebbero comprendere tanto la quota 100 quanto la possibilità di accedere al prepensionamento senza dover tenere conto di alcun requisito anagrafico. Una via che potrebbe diventare realtà tramite l'opzione del ricalcolo contributivo, sebbene questo scenario significherebbe per molti una perdita importante sull'importo mensile effettivamente erogato.

Il Presidente dell'Inps Boeri non si è mai dichiarato contrario per principio a questo scenario, ma resta comunque da considerare il nodo riguardante la tenuta dei conti pubblici. Dalla Commissione lavoro alla Camera si è invece cercato di trovare un compromesso offrendo la quota 97 (che garantirebbe il pensionamento a partire da 62 anni di età e 35 di versamenti) e con l'opzione precoci a 41 anni di contributi.

Resta da vedere come si evolverà la situazione nei prossimi mesi, visto che il passaggio chiave si avrà a giugno, quando il Governo sarà chiamato sia ad offrire una soluzione per la sentenza della Consulta che a riaprire la questione della flessibilità previdenziale.

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