I sindacati, confederali ed autonomi, che non indicevano uno Sciopero Generale nella Scuola dal lontano 2002, saranno con ogni probabilità accontentati. Si attende infatti il "tutto esaurito" dall'astensione collettiva di oggi, indetta per protestare e pure per fermare il disegno di legge eufemisticamente intitolato "Buona Scuola" con il quale il governo di Matteo Renzi si propone di rivoluzionare - in peggio - il sistema scolastico italiano.
Vi saranno sette manifestazioni in contemporanea nelle città più importanti d'Italia, animate dagli operatori del settore come anche dalla partecipazione di studenti medi ed universitari. I promotori dello sciopero contestano innanzitutto la figura del preside manager, cui vengono attribuiti enormi poteri rispetto al passato, sino alla possibilità di reclutare i docenti più o meno a propria discrezione, attingendo ad un albo generale ma senza la certezza del rispetto di requisiti meritocratici. Lo stesso dicasi per gli eventuali incentivi e premi di rendimento che, sempre secondo il ddl in questione, andrebbero assegnati dal dirigente scolastico secondo metodi opachi. Altro punto è quello dell'aumento dei finanziamenti pubblici alle scuole paritarie con sgravi fiscali in favore di chi vi iscrive i propri figli, che potranno così beneficiare di detrazioni a fronte delle rette versate sino a 400 euro annui. Nel frattempo vengono tagliate risorse alle scuole pubbliche, con gravi danni per la collettività.
I sindacati di categoria attendono al varco il governo anche per quanto riguarda le assunzioni dei precari. Il governo aveva assicurato la stabilizzazione di circa 100mila precari, ma i sindacati ci credono poco in quanto dal ministero - dice Domenico Pantaleo, segretario nazionale di Flc Cgil - non arrivano ancora le notizie che ci si attenderebbe; per cui, anche in conseguenza del previsto ridimensionamento delle risorse da destinare alla scuola pubblica, per i sindacati la tanto attesa stabilizzazione non può considerarsi ancora diritto acquisito.