Il tema pensione anticipata continua ad infuocare i dibattiti politici e pubblici specie dopo la ripresa dei lavori alla Camera dei Deputati sulla questione flessibilità. I lavoratori specie i precoci, non sono per nulla soddisfatti delle ultime ipotesi emerse e temendo di poter accedere alla pensione unicamente col ricalcolo contributivo fanno sentire la propria voce attraverso il web. E' nato un gruppo attivo e coeso che sulla pagina Facebook 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' vede confrontarsi centinaia di lavoratori con lo stesso 'dramma previdenziale': l'impossibilità di accedere alla pensione perché privi dei requisiti anagrafici attualmente richiesti.
Tra i commenti postati sul gruppo si cela un velo di ilarità: come si può, dicono all'unisono, considerare la concessione della Quota 41 una pensione anticipata? Nessuno tra i precoci chiede al Governo, precisano sul gruppo Fb, un regalo o di andare in pensione anzitempo, 41 anni di lavoro sono più che sufficienti per avere di diritto la pensione piena.
Quota 41 è un diritto acquisito, non si tratta di ottenere la pensione anticipata: precoci insorgono sul web
La tensione è alle stelle inutile negarlo, da un lato diversi esponenti di spicco (Zanetti, Treu, Boeri, Pisauro, Draghi, Meloni) si sono detti contrari al ddl 857 di Damiano e favorevoli alla flessibilità unicamente col ricalcolo contributivo, dall'altro Damiano prosegue la sua battaglia affinché venga concessa l'uscita anticipata a due tipologie di lavoratori: a coloro che hanno 62 anni d'età e 35 di contributi e che sono disposti ad accettare una penalizzazione al più dell'8% sull'assegno finale, e ai precoci attraverso la Quota 41 che garantirebbe l'accesso alla pensione senza penalizzazione per chiunque abbia alle spalle 41 anni di versamenti contributivi.
Vista la situazione attuale è difficile, dunque, che entro il 31/12/2015, data in cui dovrebbe essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge di Stabilità 2016, si giunga ad una proposta parlamentare unitaria e condivisa, ma il dubbio purtroppo è che l'Ue abbia la meglio e che si badi unicamente ai conti pubblici a scapito dei pensionandi.
L.G una lavoratrice precoce iscritta al gruppo fb non cela il proprio sdegno nel sentire continuamente dall'esecutivo che la difficoltà maggiore consta nel reperimento delle risorse e senza giri di parole afferma : 'Il grande costo per lo Stato non siamo certo noi che vorremmo andare in pensione dopo aver versato regolarmente 40/41 anni di contributi, ma voi che state seduti su quelle poltrone con infiniti privilegi'.
Prima di decidere del nostro futuro, prosegue, 'fatevi un esame di coscienza'.
Il Governo Renzi nelle sue valutazioni finali penserà, secondo voi, anche alle parole di questa lavoratrice, che crediamo raccolga il pensiero comune di milioni di precoci e lavoratori in generale in attesa di risposte concrete, o resterà ancorato alla richiesta dell'Ue?