"La richiesta del Pd è consentire a tutti di andare in pensione a 62 anni, con una penalizzazione massima dell'8% per chi ha 35 anni di contributi e nessuna penalizzazione per chi ne ha 41". Si evince dalle dichiarazioni riportate su "Urban Post" e "Il Sussidiario" del deputato del Partito Democratico Maria Luisa Gnecchi, la quale avrebbe anticipato le intenzioni della Commissione Lavoro alla Camera di elaborare un testo unico volto a raccogliere tutte le proposte avanzate dai vari esponenti politici e sindacati sul famigerato tema delle Pensioni.
Opzione donna, la proposta del M5S
Flessibilità in uscita, opzione donna e lavoratori precoci, sono queste le questioni più calde che necessitano interventi urgenti al fine di salvaguardare le categorie di lavoratori che nel 2011 hanno dovuto fare i conti con le norme introdotte nella Legge Fornero. Per le lavoratrici di sesso femminile, infatti, è stato proposto dal M5S la proroga dell' opzione contributivo donna fino al 31 dicembre 2018, che darebbe loro la possibilità di lasciare anticipatamente il lavoro dopo il raggiungimento dei 57 anni di età anagrafica accompagnati da almeno 35 anni di contributi a condizione che il loro assegno venga calcolato interamente col metodo contributivo, ovvero sulla base dei contributi effettivamente versati.
Come riportato sul quotidiano "Urban Post", l'opzione donna potrebbe comportare un costo superiore al previsto alle casse statali. Motivo che, come per la proposta riguardante l'introduzione della Quota 100 avanzata dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, potrebbe scatenare delle controversie.
Pensione di vecchiaia delle donne, nuove proposte
Tra le proposte incamerate in Commissione, vi è anche quella riguardante la pensione di vecchiaia delle donne visto che, nel 2012 la Riforma Fornero ha allungato ulteriormente di due anni l'età pensionabile per il conseguimento della pensione di vecchiaia.
Sempre come riportato da "Urban Post", la proposta mira ad introdurre una gradualità grazie al riconoscimento di due anni di contribuzione per ogni figlio e i periodi di assistenza a familiari disabili oltre alle intenzioni di riconoscere i periodi di maternità con tre anni di contributi per ogni figlio a carico. Come spiegato dalla Gnecchi, la Commissione provvederà a formulare un testo unico anche se si dovrà attendere l'esito dei calcoli sui costi da sostenere da parte della Ragioneria dello Stato e la compatibilità di bilancio.