"Interverremo in sede di legge di stabilità": lo ha ribadito oggi il ministro del Lavoro parlando della riforma delle Pensioni che metterà a dura prova il Governo Renzi e la tenuta della sua maggioranza. I problemi delle ultime ore su quali tipologie di prepensionamento inserire nel sistema pensionistico italiano per riparare i guasti della legge Fornero aumentò in maniera drastica l'età pensionabile adesso giunta praticamente a 67 anni con l'adeguamento alle aspettative di vita rilevate dall'Istat.
Riforma pensioni, il ministro del Lavoro: flessibilità ma senza penalizzazioni per i giovani
Ma non sarà in ogni caso facile, sembra di capire, intervenire nella legge di Stabilità viste le condizioni della finanza pubblica italiana che va tutelata. Infatti l'esecutivo si è posto "un vincolo preciso" sui costi della manovra previdenziale. Il "vincolo preciso" è quello di "non scaricare sui giovani - ha sottolineato oggi Poletti - i costi di questa operazione". Anzi: diversamente da quanto avvenuto con la riforma pensioni Fornero dovrebbero essere create le condizioni per dare nuove opportunità di lavoro alle giovani generazioni. "Dobbiamo trovare - ha detto il ministro intervenendo oggi a Firenze a Le Giornate del Lavoro della Cgil - una modalità per introdurre flessibilità - ha detto Poletti secondo quanto riferisce l'Ansa - per chi vuole uscire volontariamente in anticipo dal lavoro" per accedere alla pensione anticipata.
Pensione anticipata, tra le varie ipotesi si fa strada l'estensione dell'opzione contributivo donna
L'esponente del Governo Renzi ha spiegato che sono allo studio modalità che praticamente consentano di recuperare le risorse necessarie, quindi anche delle penalizzazioni sulle pensioni erogate a chi finisce prima di lavorare, e soprattutto "senza produrre altro debito" altrimenti inevitabilmente il costo della riforma pensioni 2015 si scaricherebbe sul futuro, quindi sui giovani, ha spiegato Poletti ricordando che "questo danno è stato già fatto", ha evidenziato il ministro riferendosi in particolare alla manovra previdenziale ed economica del Governo Monti che nel 2011 fu sostenuta comunque dalla maggioranza delle larghe intese, dal Partito democratico a Forza Italia che oggi chiedono di modificarla o di abolirla.
Intanto, tra le proposte che sembra farsi strada sulla flessibilità in uscita dopo i costi ipotizzati dagli studi del presidente dell'Inps Tito Boeri sembra quella dell'estensione dell'opzione contributivo donna (ma con l'innalzamento a 62 anni dei requisiti anagrafici) anche agli uomini; non è chiaro però quali sarebbero le penalità sulle pensioni.
Sembrano escluse dall'esecutivo e dal governo, al momento, proprio i nome dei costi troppo elevati, la soluzione Quota 100 e la pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi e il 2% annuale di penalità sugli assegni pensionistici previsti dal ddl Damiano all'esame della commissione Lavoro della Camera dei Deputati.