I tempi sono strettissimi, ma il premier, che ormai ci ha messo la faccia, ha deciso di non arrendersi e tentarci lo stesso a portare a casa entro l'estate la riforma della Scuola senza mettere a rischio le assunzioni di 100mila insegnanti già a partire dal prossimo anno scolastico, cioè a settembre 2015. Queste, in sintesi, le ultime novità da Palazzo Chigi dopo lo sfogo di Matteo Renzi nei giorni scorsi a Porta a Porta e su Facebook sui molti emendamenti al ddl Buona Scuola che rallentano il percorso parlamentare della riforma dell'istruzione e mettono a rischio i posti di lavoro dei docenti precari.
Riforma scuola e assunzioni insegnanti, Renzi sfida l'ostruzionismo con la questione di fiducia
Martedì prossimo (23 giugno) i relatori del disegno di legge tenteranno di nuovo la via del dialogo e del confronto. Qualora la "trattativa" per la riduzione degli emendamenti dovesse fallire, il ddl Buona Scuola potrebbe approdare direttamente nell'aula di Palazzo Madama per essere approvato in fretta e in furia venerdì 26 giugno, in questo caso però il governo porrebbe la questione di fiducia per "blindare" il testo. Ma dopo il passaggio al Senato il testo dovrà essere esaminato dalla Camera la prima settimana di luglio con lo stesso schema che eviterebbe al governo brutte sorprese prima delle vacanze estive.
Ddl Buona Scuola il 23 giugno in commissione al Senato, se salta l'intesa voto fiducia in aula
La decisione di pressare sull'acceleratore per la riforma della scuola provoca subito la protesta delle organizzazioni sindacali. La leader della Cgil Susanna Camusso ha parlato di una "di una gigantesca e insopportabile presa in giro".
Gli esponenti del Partito democratico, almeno quello più filo renziani, ribattono dicendosi "sbigottiti" del fatto che i sindacati continuino a protestare mentre il governo sta "stabilizzando tanti lavoratori precari". Queste le ultime novità in arrivo sulla riforma della scuola emerse dal vertice convocato da Renzi a Palazzo Chigi dopo il rinvio della seduta della commissione Istruzione del Senato.
Il presidente del Consiglio ha deciso così di lanciare il guanto di sfida all'ostruzionismo delle opposizioni, ma anche di parlamentari del Pd, che hanno presentato tremila emendamenti. Renzi prova adesso a portare a casa tutto il "pacchetto": riforma scuola più assunzioni, sarà necessario il voto di fiducia. Ancora una volta il premier la mette così: o passa il testo o si va tutti a casa.