Per Renzie Buona Scuola si mette male: negli ultimi giorni un vero eproprio tornado si è abbattuto sulla riforma e sullo stesso premier,rischiando di compromettere mesi e mesi di discussioni e polemiche. Idubbi sui numeri in Senato, il bollo di incostituzionalità, iltrasformismo e le spaccature interne al partito rischiano seriamentedi compromettere l'avanzamento dell'iter del ddl Buona Scuola.La situazione si fa critica e il governo ora dovrà scegliere serimandare la riforma di un anno oppure esercitare l'ennesimaforzatura.

Riforma scuola, ultime notizie: molte,troppe incognite in Senato

Il declino è cominciato con l'esitodelle elezioni regionali che, per quanto se ne possa dire, ha avutocomunque un forte impatto sulla strategia governativa. Poi c'è statal'ipotesi di una maggioranza senza numeri in Senato e il parere dellaCommissione Affari Costituzionali che ha bollato la riforma dellascuola con il sigillo di incostituzionalità. Solo un“parere tecnico” ha detto Renzi, “in Senato ho i voti perapprovare la riforma domani ma serve discutere. Prendiamoci altri 15giorni” ha detto mostrando i muscoli. La verità che sembraemergere dalle ultime notizie sulla Buona Scuola sembra però essereun'altra.

Ieri infatti il governo è andatosotto in Senato per ben altre due volte: troppi scivoloni cherischiano di far degenerare la situazione, già surriscaldata dai duesenatori centristi passati all'opposizione.

A complicareulteriormente le cose, il voto sull'autorizzazione all'arrestodell'esponente NCD Azzollini, presidente della CommissioneBilancio da cui dovrebbe partire l'iter del ddl scuola.

Riforma Scuola: rinvio di un anno oforzatura?

Stando così le cose la riformadella scuola 2015 corre davvero sul filo del rasoio: si dibattesui centinaia di emendamenti in attesa di approdare al voto incommissione il 15 giugno prossimo, dataoriginaria prevista per il varo della riforma.

Per poter garantire leassunzioni previste entro settembre però è necessario non andareoltre il 30 giugno: tempi risicatissimi, considerandoche il testo verrà con tutta probabilità modificato in Senato e chedovrà così tornare nuovamente al voto alla Camera.

Considerate anche le dissidenzeinterne rilanciate durante la direzione PD sulla riforma dellascuola si profilano due scenari: o il voto blindato da parte diminoranza e opposizioni che altrimenti vedrebbero piombarsi addossola responsabilità delle mancate assunzioni oppure un rinvio dellariforma al prossimo anno per cui si potrebbe addirittura arrivareallo stralcio delle assunzioni come vorrebbero alcuni esponenti dellaminoranza Dem.