La nuova Riforma della Scuola, la quarta negli ultimi quindici anni, ha apportato molte modifiche al sistema scolastico nazionale, la maggior parte delle quali fortemente contestate dagli operatori del mondo dell'istruzione e dagli studenti stessi. In questo periodo il Governo è impegnato anche con la riforma della pubblica amministrazione, appena approvata dalla Camera. Vediamo i punti più contestati.

Il piano di assunzioni

Le 100 mila assunzioni programmate tra i vincitori di concorso e i supplenti iscritti nelle graduatorie, sicuramente sono state ben viste dai molti precari del sistema scolastico nazionale, ma la cosa che più ha scaldato gli animi nella contestazione è il non aver previsto di includere il grande numero di precari di seconda fascia, che hanno alle spalle anche 4 anni di supplenze e oltretutto sono contemplati dalla sentenza della Corte di giustizia europea, con la quale nei mesi scorsi l'Italia è stata condannata per aver abusato dei contratti a tempo determinato nel comparto della scuola.

Inoltre, quelli che vorrebbero diventare definitivamente titolari di una cattedra dovranno confrontarsi con la nuova normativa sui concorsi e con le valutazioni del proprio operato previste dalla riforma. Nei prossimi mesi, assisteremo ad un grande numero di ricorsi, e intanto, gli stessi precari di seconda fascia continueranno a prestare supplenze in quanto le assunzioni previste dalle graduatorie non sono sufficienti a coprire le esigenze del comparto scolastico nazionale.

I poteri straordinari ai presidi

Questo è sicuramente uno dei punti maggiormente contestati della nuova riforma della scuola, che quando sarà operativa permetterà ai presidi di scegliere i docenti per completare l'organico del proprio istituto attingendo dagli albi territoriale.

Inoltre, potranno anche scegliere gli insegnanti che dovranno formare il potenziamento dell'organico per il rilancio dell'autonomia scolastica, che fino ad oggi è rimasta incompleta. I super presidi avranno il potere di valutare i nuovi docenti, sentito il parere del Comitato di valutazione scolastico, con il potere di promuovere o bocciare secondo le proprie valutazioni e assegnare bonus in denaro ai più meritevoli con le adeguate motivazioni.

Inoltre, i presidi potranno nominare il proprio gruppo di lavoro e i suoi assistenti, scegliere fino al 10% dei docenti dell'istituto e stabilire le linee guida generali del Piano triennale dell'offerta normativa scolastica.

La limitazione del potere dei sindacati

Anche le associazioni sindacali si sono unite alle proteste per la nuova riforma della scuola, in particolar modo verso quei provvedimenti che ne riducono il loro potere.

Al contrario di quanto previsto dalle nuove norme, i sindacati ad oggi hanno sempre avuto voce in capitolo in materia di licenziamenti e di retribuzioni dei docenti, mentre adesso sono diventate prerogative dei dirigenti scolastici, che potranno concordare premi in denaro ai docenti più meritevoli e licenziare i nuovi insegnanti dopo due anni di attività lavorativa, se ritenuti non idonei.

Le agevolazioni fiscali per le scuole paritarie

Anche le agevolazioni fiscali previste per le scuole private rientrano tra gli aspetti maggiormente criticati della riforma della scuola. Gli aiuti comprendono sconti fiscali sulle rette di iscrizione e sui costi di mantenimento degli alunni nelle scuole parificate. Oltre a questi provvedimenti, genitori e insegnanti contestano anche lo school bonus, donazioni libere con importo massimo di 100 mila euro che comunque sono previste anche per le scuole pubbliche.