Dopo la protesta in piazza di Montecitorio da parte dei docenti e dei rappresentanti sindacali in seguito all'approvazione del Ddl scuola da parte della Camera, i comitati non si arrendono e promettono ancora battaglia. Infatti, tra le varie ipotesi che sono state avanzate dai movimenti degli insegnanti, ci sono varie possibilità, come quello di proporre un refe­ren­dum abro­ga­tivo mediante una petizione on line che sta raccogliendo firme. A tal proposito, sembra che manchino ancora intorno alle 2.726 firme a oggi 11 luglio, e scioperi a partire dal primo giorno di Scuola

Una legge popolare

Il comitato di docenti che ha elaborato la Legge di Iniziativa Popolare, si è posto in prima linea proponendolo come una possibile valida alternativa se il referendum sull'abrogazione della legge di riforma della scuola verrà attuato.



Affinché il referendum possa essere avviato è necessario raggiungere 2 milioni di firme e insieme all'abrogazione, i comitati dei docenti presenteranno una proposta per modificare il testo che sarà approvato poi in sede parlamentare.


L'altra opzione che arriva dai movimenti che si sono attivati per questa protesta riguarda quella di indire uno sciopero a livello nazionale già il primo giorno della riapertura delle attività didattiche. 

Norme incostituzionali

Valida anche l'ipotesi di ricorsi per alcune norme, contenute nel Ddl scuola, che risultano, secondo i rappresentanti sindacali, incostituzionali, come quella del potere assegnato ai presidi di scegliere i docenti, che andrebbe contro i diritti dettati dalla nostra Costituzione: il diritto al lavoro, l'uguaglianza, l'imparzialità e la buona funzionalità dell'operato amministrativo.

Altri punti ritenuti incostituzionali riguardano la liberà di insegnamento legata alla scelta degli insegnanti e alla valutazione che il preside andrebbe a gestire. Dubbi anche sulle risorse esterne da destinare a scuole paritarie.


Il Governo e la maggioranza, a questo punto, dovranno ricredersi sulla errata opinione che la protesta da parte del mondo della scuola fosse finita dopo la recente approvazione in via definitiva, da parte della Camera, del testo sulla Riforma scolastica.