"Il Governo si sbrighi a convocarci e ad iniziare un confronto serio, che riguarda milioni di persone. Noi vorremmo sentire la riforma delle Pensioni targata Governo" spiega la leader del sindacato Cisl Annamaria Furlan, intervenendo così con un nuovo richiamo all'esecutivo per l'attuazione di un intervento che possa dirsi davvero strutturale nel campo previdenziale. D'altra parte, molti lavoratori attendono ormai dal 2011 che si possa finalmente sbloccare la situazione, ovvero da quando i conti pubblici sono stati messi in sicurezza al prezzo di un pesante irrigidimento dei requisiti di accesso all'Inps.
Nonostante sei salvaguardie parlamentari per i lavoratori esodati e alcuni provvedimenti ad hoc per i precoci, c'è ancora una vasta area di disagio che resta in attesa di risposte. Si pensi ad esempio alla situazione dei precoci rimasti senza pensione nonostante decenni di versamenti sulle spalle, oppure a chi è rimasto disoccupati in età avanzata ma risulta troppo giovane per la pensione e troppo vecchio per reinserirsi nel mondo produttivo. Infine, anche i giovani stanno soffrendo la mancanza cronica di lavoro, a causa del blocco verificatosi nel naturale processo di turn over.
Sindacati contro legge Fornero, serve un cambiamento di rotta per rendere il sistema nuovamente flessibile
Non è la prima volta che i sindacati si scagliano contro gli effetti della legge Fornero, ma nelle ultime settimane sembra che il tema della previdenza e del turn over sia tornato al centro delle rivendicazioni portate avanti dalle parti sociali.
"È evidente che il sistema pensionistico della Fornero è il peggiore d'Europa" prosegue Annamaria Furlan, puntando ad una controriforma che sia in grado di garantire nuovamente flessibilità pensionistica senza per questo penalizzare ulteriormente lavoratori e pensionandi. Tra le linee rosse da non superare, tutte le principali sigle indicano proprio la realizzazione di meccanismi penalizzanti, i cui costi possano essere fatti ricadere ancora una volta sulle spalle dei pensionati: è il caso ad esempio del ricalcolo contributivo, che potrebbe portare a tagli anche elevati sulle future mensilità rispetto ai metodi di calcolo attualmente in essere.
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