Nel corso degli ultimi mesi, molti partiti politici hanno presentato le loro proposte miranti a modificare il sistema previdenziale italiano. Tra queste, ricordiamo quella per l'uscita a Quota 100 oppure Quota 97 con penalizzazioni. Proprio queste due ultime proposte, presentate da Cesare Damiano e dal suo Partito Democratico, non hanno trovato il favore di Boeri perché ritenute troppo costose per le casse dello Stato. Per poter sperare ad una successiva approvazione sarà necessario trovare le risorse finanziarie disponibili che potrebbero essere reperite tramite tagli alla spesa assistenziale ma anche attraverso le penalizzazioni che potrebbero essere applicate, in caso di utilizzo del sistema flessibile basato sul ricalcolo contributivo degli assegni pensionistici.

Lo stesso Pd, nel caso in cui non dovesse trovare spazio Quota 100, potrebbe puntare sul contributivo donna da ampliare a tutti i lavoratori.

Il Movimento 5 Stelle cerca di cancellare la riforma Fornero

Il Movimento 5 Stelle, come già proposto dalla Lega Nord, punta a cancellare definitivamente la riforma Fornero, attualmente in vigore, anche se è consapevole della quasi impossibilità nel raggiungimento di questo obiettivo. Per questo motivo, il movimento guidato dal leader Beppe Grillo, punta ad una più abbordabile proroga dell'Opzione Donna rimanendo favorevole all'assegno universale, proposto da Tito Boeri. Intanto Forza Italia, si concentra su un eventuale aumento delle Pensioni minime a 1.000 euro.

Proposta gradita a molti esponenti politici (e soprattutto ai pensionati!) ma di difficile attuazione perché troppo costosa.

Il Partito Democratico è favorevole alla cosiddetta 'mini pensione'

Tornando al Partito Democratico, sembrerebbe piuttosto favorevole alla cosiddetta 'mini pensione', un sistema che darebbe la possibilità ai lavoratori di lasciare il lavoro qualche anno prima, con un anticipo di denaro da parte dello Stato, che i lavoratori stessi restituirebbero, a piccole rate, al momento del raggiungimento dei requisiti pensionistici.

Tra le cinque proposte lanciate dal presidente Inps, quella del ricalcolo contributivo degli assegni pensionistici ha suscitato diverse reazioni e critiche da parte di quasi tutti i partiti politici. Si tratta di un'ipotesi che prenderebbe in considerazione le pensioni al di sopra di 2 mila euro, parzialmente calcolate con il sistema retributivo, proposta però che dovrà passare la scure del Parlamento ma, ancor più, quella della Corte Costituzionale.