Mentre si attende la proposta ufficiale di revisione del sistema previdenziale da parte del presidente dell'Inps, a rassicurare gli aspiranti pensionati italiani su nuove forme di pensionamento in anticipo ci pensa, ancora una volta, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, del Partito democratico. Non si spengono le speranze per nuovi meccanismi che consentano di accedere anticipatamente al trattamento pensionistico.

Riforma pensioni, Poletti: rimetteremo mano alla legge Fornero con la manovra finanziaria

L'esponente del Governo Renzi, parlando ieri di riforma Pensioni, ha confermato le modifiche alla legge Fornero verso l'adozione di "una politica attiva - ha spiegato Poletti facendo riferimento a nuove forme di pensione anticipata - per l'uscita graduale delle persone più anziane dal mondo del lavoro".

Nuovi criteri di flessibilità in uscita con cui l'esecutivo, con la prossima legge di Stabilità 2016, punta a creare le condizioni per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro nella speranza si possa quantomeno alleviare la drammatica disoccupazione giovanile. Ma oltre alla staffetta generazionale il governo pensa ad introdurre "l'alternanza scuola-lavoro", ha spiegato Poletti intervenendo ieri dell'assemblea degli industriali di Vercelli.

Flessibilità in uscita per la pensione anticipata, braccio di ferro tra Damiano e Boeri

Esprime "soddisfazione" per il nuovo intervento del ministro il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che nei giorni scorsi ha polemizzato con il presidente dell'Inps dal canto suo, invece, pronto a illustrare l'8 luglio, salvo ulteriori imprevisti e rinvii, la proposta organica di riforma del sistema pensionistico.

E sembra destinato a proseguire il braccio di ferro tra Damiano e Boeri. Il primo insiste infatti per l'approvazione del disegno di legge che introdurrebbe la pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi previdenziali e l'8% di penalità sugli assegni e ribadisce che la proposta del presidente dell'Inps di ricalcolare per intero col sistema contributivo le pensioni alte attualmente erogate col calcolo retributivo che ridurrebbero le pensioni del 30% "non sarebbero accettabili".

Boeri, però, sostiene che la proposta di Damiano sia insostenibile da punto di vista finanziario. Non resta che attendere l'8 luglio per vedere se da parte del presidente dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale ci saranno dei cambiamenti, dei tentativi di "mediazione", rispetto alle proposte fin qui formulate che dovranno poi comunque essere messe al tavolo del confronto tra il governo e le organizzazioni sindacali.