Siamo entrati nell'ultima settimana a disposizione per la presentazione della domanda di assunzione al piano straordinario del Miur: di certo, sarà un Ferragosto che i docenti non dimenticheranno tanto facilmente, di fronte a quello che dalla stragrande maggioranza degli insegnanti italiani è stato definito come 'il ricatto del governo'. Vuoi lavorare? Allora lavora, ma dove te lo dirò io e alle condizioni che voglio io. Il diktat lanciato dal Ministero dell'Istruzione sta spingendo sempre di più verso la decisione di boicottare il piano assunzioni.

Elena Paola Piccolo del portale di riferimento per i docenti 'Orizzonte Scuola', ha raccolto diverse 'testimonianze simbolo' che danno un'idea di come il Miur non possa 'comandare a bacchetta' senza considerare minimamente i problemi affettivi e sociali di moltissime famiglie. Potete leggerle integralmente al seguente indirizzo:http://www.orizzontescuola.it/news/boicottaggio-assunzioni-storie-personali-vere-del-fronte-del-no-perch-dei-docenti-che-non-ci-st

News assunzioni scuola: perchè i precari dicono di no alla domanda

Non è facile calarsi nei panni di chi si ritrova di fronte a delle situazioni familiari particolarmente delicate come figli con disabilità anche in forme gravi o bambini ancora piccoli ma già sofferenti di malattie, spesso, croniche.

In casi come questi, non è proprio possibile mettere il lavoro al primo posto, nonostante i tempi che stiamo vivendo impongano il lavoro come una necessità a cui non si può dire di no.

Ogni caso è diverso dall'altro ma tutti hanno un denominatore comune: l'impossibilità di lasciare il proprio luogo di residenza. Ci sono insegnanti che hanno affrontato o stanno affrontando tuttora una separazione coniugale, magari con figli piccoli da mantenere e soprattutto da accudire teneramente per non far sentir loro il trauma di un divorzio.

Specialmente nelle regioni del Sud, poi, si deve badare aiproprigenitori anziani, spesso non autosufficienti e bisognosi di cure. Ecco perchè i precari dicono di no alla domanda di assunzione:perchè la vita, i valori umani e familiari superano di gran lunga il pur rispettabile bisogno di lavorare.