Era una notizia già nell’aria ma non ancora ufficializzata, almeno fino alla circolare 5395 del 26 agosto. Con questa nota ufficiale, l’Inps ha comunicato che provvederà ad elargire gli aumenti previsti a tutti i pensionati coinvolti dalla sentenza della Corte Costituzionale sul blocco della Fornero. Sono quei pensionati a cui il decreto “Salva Italia” del Governo Monti aveva bloccato gli aumenti previsti dal rincaro del costo della vita. L'attuale Governo dopo aver provveduto ai rimborsi una tantum del mese di agosto, ha stabilito anche gli aumenti conseguenti per le Pensioni che da troppo tempo erano rimaste ferme agli importi precedenti al 2012.

Cosa dice la circolare?

La circolare INPS annuncia che già con la pensione in pagamento dal 1° settembre, i pensionati troveranno gli importi degli assegni pensionistici aumentati . Tutto questo come secondo passaggio, dopo i rimborsi di agosto, in risposta alla sentenza 70/2015 con cui la Consulta ha reso incostituzionale il blocco delle pensioni concepite dalla famigerata legge Fornero. Nella circolare l’INPS spiega anche i criteri con il quale sono stati calcolati gli aumenti per la rivalutazione che non fu applicata per gli anni 2012 e 2013. L’INPS ha stabilito che saranno interessate dalla rivalutazione le pensioni nate dai versamenti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, comprese quelle di reversibilità o in regimi di convenzione internazionale.

Quanto verrà percepito in più?

Se già i rimborsi sono stati poca cosa per molti pensionati che si aspettavano cifre più alte in base a quello che è stato loro tolto con il Governo Monti, gli aumenti non potevano certo essere in controtendenza. Il Decreto Pensioni, che poi è diventato la Legge 109 del 2015, stabilì il cosiddetto “Bonus Poletti” (dal nome del ministro autore del DL), ossia il rimborso una tantum da dare ai pensionati vittime del blocco della perequazione.

Sempre lo stesso Decreto poi aveva stabilito come sarebbero aumentate le pensioni successivamente al Bonus. Dal 1° settembre quindi tutti i pensionati con pensioni tra tre e quattro volte il minimo riceveranno aumenti pari all’8%. Per le pensioni pari a cinque volte il minimo, si passerà ad aumenti del 4% e per quelle pari a 6 volte il trattamento minimo, si parla tratta del 2% di aumento. Con la prossima pensione INPS quindi, molti cittadini si troveranno assegni più alti anche se di poco, sicuramente una buona notizia, che non mancherà però di essere accompagnata da polemiche.