Tutti ormai concordano sul fatto che con la prossima legge di stabilità il governo dovrà operare radicali scelte per modificare la legge Fornero, sì ma come?

Dopo mesi di discussioni, il governo sembra proprio intenzionato a cambiare con la prossima legge di Stabilità la legge Fornero del governo Monti del 2011con forme graduali di flessibilità per chi vuole lasciare il mondo del lavoro prima e nuove norme concernenti l'età per andare in pensione. Il quando e il come, però, ancora oggi non sono prevedibili. Allo studio ci sono diverse ipotesi che certamente alla ripresa dei lavori parlamentari arricchiranno e surriscalderanno il dibattito.

Tutte hanno un comune denominatore: regolare ed attualizzare l'uscita dal lavoro. Quota 100, quota 41 prestito pensionistico, calcolo contributivo, reddito minimo per gli ultra 55enni, sono le proposte che sono sul tavolo del governo. Cerchiamo di farne il punto.

Flessibilità in uscita, ddl 857 di Damiano, quote 100 e 41

Il disegno di legge Damiano 857, prevede la pensioneanticipatae un'uscitapiùflessibile a partire dai62 anni e 35 di contributi.La riduzione parte da un massimodell'8% fino ad azzerarsi con il raggiungimento dell'età prevista. Nello stesso ddl c'è anche la proposta dei 41 annidi contributi, indipendentemente dall'età anagrafica, senza penalizzazioni. Ipotesi particolarmente sostenuta e caldeggiata dailavoratori precoci rimasti ingabbiati nelle maglie della legge Fornero.

Difatti questi lavoratori risultano essere troppo giovani per andare in pensione, dal momento che non raggiungono i requisiti Fornero. I tecnici della Ragioneria dello Stato stimano che il ddl avrebbe un costo di circa 8,5 miliardi di euro. Un prezzo alto, a loro parere, per le casse pubbliche.La quota 100, presentata dal P.D., prevede l'uscita a partire da62 anni e 38 di contributi (totale 100), senza penalizzazioni.

Ha lo svantaggio di avere un costo ancora piu' elevato rispetto al ddl Damiano: oltre 10 miliardi euro. L'ipotesi è apprezzata e sostenuta anche dai sindacati.

Piano Boeri

Il piano del Presidente dell'Inps, Tito Boeri, prevede il calcolo contributivo per tutte le Pensioni. Proposta fortemente avversata e dibattutadai sindacati e da una parte dello schieramento politico (minoranza P.D.

con Damiano in testa), perché troppo penalizzante per le pensioni medio-basse. Si calcola una penalità dal 20 al 30%. Ha come vantaggio il costo zero per lo Stato ed un accumulo di risorse da destinare ad interventi per le fasce più deboli.

Inoltre sui tavoli governativi vi è lo studio di interventi per l'introduzione di un sostegno al reddito per chi è rimasto senza lavoro e versain condizione di bisogno; la proroga dell'opzione donna e l'estensione di tale beneficio a tutti i lavoratori a partire dal 2016; nuove assunzioni e facilitazioni in uscita per i lavoratori anziani, con contratti part-time e pensionamenti anticipati parziali. Autunno non certamente “normale” per il governo, ma di sicuro foriero di novità. Attendiamo conferme.

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