Le procedure della Fase C del piano assunzioni Scuola per il 2015-2016 stanno per aprirsi e il tutto dovrebbe essere concluso a partire dall'ultima settimana di novembre. Nel frattempo, secondo la tempistica annunciata più volte dal ministro Giannini, entro il 1 dicembre dovrebbe essere pronto il bando per il concorso scuola 2015-2016, intorno al quale si sa molto poco sia per quanto riguarda l'organizzazione delle prove, sia, soprattutto, per quanto riguarda la distribuzione degli 80mila posti per classe di concorso. Per la definizione del contingente messo a concorso, infatti, determinante sarà proprio la scelta che i presidi-manager faranno a partire dalle assunzioni della Fase C: dal momento che il nuovo piano dell'offerta formativa sarà triennale (PTOF), è chiaro come le scelte dei presidi per quest'anno avranno una ricaduta fondamentale anche per la determinazione dei posti del concorso a cattedra 2015-2016.

Sull'argomento è intervenuto anche il sottosegretario Faraone, il quale ha sottolineato, in una lettera aperta inviata ai dirigenti scolastici, l'importanza della scelta per la Fase C perché determinerà la definizione del fabbisogno per i prossimi anni.

I presidi-manager, gli USR e il futuro del concorso scuola 2015-2016

Insomma, il futuro di decine di migliaia di docenti abilitati è nelle mani delle decisioni che prenderanno nei prossimi giorni i presidi-manager. E, ancor di più, dall'incrocio di dati che gli USR svolgeranno a partire dai docenti che hanno fatto domanda di assunzione. La procedura per la Fase C, infatti, funzionerà in questo modo: i presidi-manager devono comunicare le preferenze per quanto riguarda i campi di potenziamento che intendono inserire nel PTOF – l'elenco stilato deve contemplare tutti campi secondo un ordine che si ritiene prioritario; successivamente gli USR dovranno incrociare i dati ricevuti dai dirigenti scolastici con le effettive domande di assunzione, e infine si procederà alle immissioni in ruolo.

In poche parole, non saranno elevate esigenze formative a guidare il potenziamento, ma più prosastiche esigenze di assunzione – questa la prima e più importante polemica. La seconda è che questa decisione, dettata dalla necessità di assumere quanti più insegnanti è possibile e non da considerazioni didattiche, si riverserà anche sul concorso scuola 2015-2016: il fabbisogno del potenziamento, infatti, rientrerà nell'insieme di posti che verranno banditi a partire dal 1 dicembre.

Infine, l'ultima polemica riguarda la distribuzione regionale dei posti: è realmente effettuabile senza tener conto delle domande di mobilità e del fatto che molti neoassunti hanno preferito una supplenza vicino casa e rinviare il trasferimento all'anno prossimo? Il disordine e la disorganizzazione sono sempre più evidenti e una generazione di docenti abilitati con PAS, TFA e SFP rischia di vedere il proprio futuro determinato dalle scelte dei presidi-manager e dal lavoro poco chiaro di un algoritmo.

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