Niente da fare per la proroga dell'Opzione Donna e la settima salvaguardia per gli esodati, come informa Cesare Damiano dopo la riunione della Commissione Lavoro di oggi 9 settembre, la prima dopo la pausa estiva: il Ministero dell'Economia, diretto da quel Padoan che già ha detto che non ci sono fondi per la flessibilità in uscita per la pensione anticipata, ha detto no alla cancellazione delle circolari INPS che, oltre ad aver anticipato dal dicembre 2015 al 2014 la scadenza per maturare i requisiti e fare domanda per l'Opzione Donna da parte delle lavoratrici, hanno aggiunto tre mesi all'età anagrafica di 57/58 anni (lavoratrici dipendenti/autonome): mancano le coperture finanziarie; stessa motivazione per il no alla settima salvaguardia esodati.
Una brutta notizia per le interessate e gli interessati dopo che per settimane si era invece detto, secondo quanto riferito da Damiano prima delle vacanze.
Novità Opzione Donna 9 settembre: proroga non concessa? Il MEF contrario
Il MEF, secondo quanto detto da un deluso Cesare Damiano al termine dell'incontro di oggi in Commissione, afferma che per la proroga dell'Opzione Donna al 31 dicembre 2015 con eliminazione dei tre mesi aggiunti dall'INPS per adeguamento alla durata della vita media, servirebbero almeno 2 miliardi di euro da qui al 2023 (calcoli INPS).
Ovviamente non d'accordo Damiano che dice: "L'anticipo a 57 anni con 35 di contributi con il ricalcolo tutto contributivo dell'assegno non ha bisogno di alcuna copertura".
Da notare che Damiano vede come positivo il fatto che, con una vita media di 80 anni per le donne, dato che l'Opzione Donna è un ricalcolo col contributivo che riduce del 30% la pensione (mica poco...), lo Stato risparmierebbe parecchio sulla spesa previdenziale.
Ultime pensioni, esodati: settima salvaguardia addio?
Per la settima salvaguardia esodati sembrava ci fossero le coperture, e in effetti c'erano dato che erano avanzate dalle precedenti salvaguardie del periodo 2013/14, ma non sono utilizzabili perchè i soldi sono tornati nelle casse dello Stato, che ha altre priorità in questo momento.
Questo quanto affermato dal Ministero dell'Economia durante la riunione con i membri della Commissione Lavoro: 500 milioni di euro che il MEF non vorrebbe sbloccare.
Così Damiano: "Per noi questo è inaccettabile... si riduce la quantità di risorse messe a disposizione per la settima salvaguardia, si cancella la volontà del legislatore, che costituendo il fondo ha espresso la volontà di utilizzare i risparmi per ampliare il numero dei lavoratori da tutelare".
Insomma, ancora una fumata grigia tendente al nero, date le ultime dichiarazioni del governo sulla riforma pensioni,le speranze sono ormai poche anche se di certo le parole sprecate saranno ancora molte: infatti Damiano insiste e, forte dell'appoggio del Ministero del Lavoro (almeno a parole, visto che anche Poletti ne ha dichiarate di belle come potete leggere negli articoli suggeriti sopra), invita il governo Renzi a intervenire (ah beh, allora...). Nei prossimi giorni ci sarà unaconferenza di servizi ministerialecoi viceministri all'Economia e del Lavoro, staremo a vedere.