"È intuitivo che se per 4 anni si blocca il sistema, quelli che devono entrare hanno meno possibilità. Il turn over può essere più veloce o più lento, ma la mancanza di rotazione ha le sue conseguenze". Sono le parole espresse a Cernobbio dalMinistro del lavoro Giuliano Poletti, in merito alla vicenda della possibile riforma della previdenza in arrivo con la prossima legge di stabilità 2016. La questione sta tenendo banco ormai da molti mesi e il tempo sembra maturo per poter tirare delle conclusioni definitive. I lavoratori rimasti disagiati con la promulgazione della legge Fornero si attendono un intervento correttivo che possa risultare strutturale, ed al contempo che risulti equo dal punto di vista delle penalizzazioni.

Un tema sul quale Poletti è tornato ad intervenire durante il Forum Ambrosetti, ribadendo che la flessibilità nell'accesso all'Inps dovrà essere applicata costruendo "un punto di equilibrio" tra le esigenze dei lavoratori e la "compatibilità economica" del potenziale intervento.

Pensioni anticipate: restano i dubbi su quale sarà la scelta finale dell'esecutivo in merito all'apertura della previdenza

Stante la situazione, permane tutt'ora la fitta nebbia calata sull'istruttoria aperta dai tecnici e relativa alle tante soluzioni presentate da politica, sindacati e dagli stessi lavoratori. Un riscontro viene però dato per molto probabile nelle prossime settimane, quando si entrerà nel vivo della dialetticariguardante la prossima legge di stabilità.

Per il momento però, l'esecutivo sembra ancora orientato al massimo riserbo. "È troppo presto per dirlo, prima dobbiamo fare una discussione intorno al Def e alla legge di stabilità" prosegue Poletti. "Definito il tema delle risorse, le norme generali sono quelle", ma "le opzioni possibiliriguardano una flessibilità che consenta anticipazioni di uscita".

Dal punto di vista dei lavoratori, seppure viene riconosciuta la necessità di una flessibilizzazione complessiva di tutto l'impianto di accesso all'Inps,restano da risolvere con urgenza almeno le situazioni di disagio createsi nel 2011. A partire da quelle degli esodati, dei precoci, delle lavoratrici con opzione donna e di tutti coloro che sono rimasti disoccupati in età avanzata e che nonostante ciò restano ancora distanti dagli attuali criteri anagrafici o contributivi di pensionamento.

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