Cosa significa introdurre la discussione sulle pensioni anticipate purché siano “a costo zero” come ha detto il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella trasmissione di Vespa “Porta a Porta”?

Vuol dire che la riforma delle Pensioni si farà solo a condizione che non rappresenti un costo per i conti dello Stato, cioè che non imponga nuovi capitoli di spesa o non sovraccarichi quelli già esistenti.

Tuttavia, da parecchio tempo, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, l’ex ministro Cesare Damiano e il sottosegretario Baretta hanno parlato di uscita flessibile dal mondo del lavoro con la possibilità, per chi dovesse reputarla un’opzione conveniente, di andare in pensione anticipatamente rispetto ai requisiti fissati dalla Riforma Fornero.

Pensioni anticipate, il ‘no’ di Renzi è assoluto: non si faranno nemmeno a costo zero?

Tuttavia, fa sapere La Stampa di oggi,Matteo Renzi avrebbe dato per improbabile l’adozione della pensione anticipata anche a costo zero, cioè pagata interamente da chi va in pensione qualche anno prima. Chiusa da un muro granitico, la discussione dalla flessibilità si è spostata sugli esodati e sulle lavoratrici che potrebbero scegliere l’opzione donna.

Pensioni a esodati e opzione donna, le novità entro il 31 dicembre: VII salvaguardia e fondi ad hoc?

A partire dal 2011 l’Esecutivo ha speso 11,6 miliardi di euro per assicurare la pensione a circa 170 mila lavoratori che, rimasti senza lavoro, non erano ancora nell’età minima per la pensione.

Adesso, lo stesso Damiano e il ministro Martina stanno cercando di convincere il Premier a utilizzare i fondi ancora non impiegati per assicurare un nuovo intervento, la settima salvaguardia, a favore degli esodati.

In più, entro il prossimo 31 dicembre, sarànecessario aprire una finestra a favore delle donne che abbiano compiuto almeno 57 anni ed abbiano versato già i 35 anni di contributi per uscire anticipatamente dal lavoro con una penalizzazione.

Per quest’ultimo intervento il costo sarebbe di due miliardi di euro da spalmare fino al 2023, mentre per gli esodati il Governo ha preso tempo sulle somme da stanziare.

Damiano: ‘Spariti i soldi del fondo degli esodati’

Secondo Damiano, che ha citato i dati dell’Inps, il fondo a favore degli e sodati sarebbe di800 milioni di euro nel 2015 e accumulerebbe 3,3 miliardi di euro fino al 2023.

Di questo fondo, però, Tesoro e Ragioneria Generale non hanno dato conferma, il che ha fatto andare su tutte le furie lo stesso Ministroche ha commentato: “Mi chiedo qual è l’utilità del fondo a favore degli esodati se poi non si trovano più i soldi”.

Maggioranza renziana e minoranza del Partito Democratico, sulle pensioni, sono ai ferri corti.