Il governo guidato dal premier Renzi continua a lavorare per trovare una soluzione equilibrata per la riforma del sistema previdenziale italiano. L'obiettivo è sempre lo stesso: garantire flessibilità in uscita per tutti i lavoratori. Per fare questo sarà necessario modificare la legge Fornero, applicando quella flessibilità richiesta da più parti. Vediamo, di seguito quali sono le ipotesi allo studio del governo, in attesa della discussione della prossima Legge di Stabilità.
Possibile applicate del prestito pensionistico
In questi giorni è stata diffusa la notizia sulla possibile applicazione del prestito pensionisticoper tutti quei lavoratori prossimi alla pensione.
Si tratterebbe di un anticipo che le aziende dovranno fornire al lavoratore una volta raggiunti i 63 anni di età e il versamento di 35 anni di contributi. Bisogna specificare che, anche in questo caso, è prevista una penalizzazione del 3,5 percento per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. In questa maniera, l'azienda dovrebbe provvedere al pagamento dei contributi del lavoratore che dovesse decidere di anticipare la pensione.Quali sono i dettagli di questa operazione? Il sistema, molto simile a quello proposto qualche mese fa, prevede il pensionamento anticipato del lavoratore che dovesse decidere di aderire alla proposta. Quest'ultimo è l'azienda avranno la possibilità di mettersi d'accordo per stabilire il momento dell'uscita anticipata mentre i relativi costi saranno distribuiti tra il lavoratore e l'azienda in cui presta la sua attività lavorativa.
L'Inps potrebbe sostituirsi all'azienda per la concessione del prestito
Le casse dello Stato, con l'applicazione del prestito pensionistico, avrebbero solamente dei costi residuali. Per capire meglio come funziona, facciamo un esempio. Se un lavoratore matura un assegno previdenziale di 1.000 euro al mese, lasciando il lavoro due anni prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici, con un accordo su un prestito previdenziale di 800 euro mensili, dovrà rimborsare all'azienda 20.800 euro.
Questo importo dovrà essere pagato dal lavoratore a piccole rate mensili, al momento della riscossione della pensione. In tutto questo sistema, potrebbe avere un ruolo importante l'Inps, che potrebbe sostituirsi all'azienda nella concessione e riscossione del prestito erogato.