La riforma Pensioni va fatta, come indicato anche ne Def, ma con calma e senza fretta. Avrà ascoltato i consigli del ministro dell'Economia e delle Finanze il premier Matteo Renzi che ha deciso di rinviare gli interventi per la flessibilità in uscita al prossimo anno. Nonostante le ripetute promesse dello stesso presidente del Consiglio, le proteste delle organizzazioni sindacali e delle opposizioni, le dure critiche che arrivano anche da settori della maggioranza di governo, Renzi ha spiegato che ancora non è stata trovata una soluzione sostenibile per i prepensionamenti spiegando che nel 2016 si interverrà con serietà e non con una riforma "raffazzonata".

Pensioni e lavoro, nuovo intervento del ministro dell'Economia

Perché fare le cose in fretta può portare a ripetere gli stessi errori commessi in passato, ha spiegato il premier nei giorni scorsi. Gli stessi concetti espressi oggi (17 ottobre) dal ministro Pier Carlo Padoan durante incontro promosso dai giovani di Confindustria che sostengono che non basta per la ripresa questa legge di Stabilità 2016. In effetti, ad auspicare nuovi criteri d'accesso alla pensione anticipata, non solo i lavoratori pubblici, privati o autonomi, ma anche commercianti, imprenditori, professionisti. Ma l'esecutivo al momento frena. La riforma pensioni "va fatta con calma non con fretta", ha detto oggi il responsabile del Mef riferendosi alle misure per la flessibilizzazione dell'uscita dal lavoro alcuni anni prima di quanto prevede attualmente la riforma Monti-Fornero.

Flessibilità per la pensione anticipata, il governo interverrà nel 2016

Se non a 62 anni magari a 63 anni, di certo appare sempre più evidente che l'età pensionabile a 66 anni che continua ad aumentare non è più sostenibile nemmeno dal mercato del lavoro. Per Padoan, però, la questione non va affrontata nei termini di "legge Fornero sì, legge Fornero no".

Perché questo, ha detto, che "è solo uno slogan". Lavorare sulla flessibilità ma senza intaccare le fondamenta della legge pensionistica varata nel 2011 che tutela la finanza pubblica, è il Padoan-pensiero. "Attenti che gli assi portanti del sistema pensionistico italiano, stabile e robusto - ha sottolineato il ministro dell'Economia - non siano indeboliti". Infatti, è proprio il sistema previdenziale che consente oggi all'Italia di essere "esaminata in modo positivo" dall'Unione Europa, malgrado l'alto debito pubblico.