Il bonus dei 500 euro per l'autoformazione dei docenti di ruolo è arrivato, attraverso un'erogazione specifica, separata rispetto allo stipendio. Il Ministero dell'Istruzione ha provveduto ad emanare il relativo decreto con tanto di circolare inviata a tutte le scuole (la numero 15219 del 15 ottobre) contenente sì delle istruzioni operative ma che, di fatto, non spiegano in dettaglio come dovranno comportarsi i docenti, sia per quanto riguarda le spese riguardanti il voucher, sia la procedura di rendicontazione delle stesse.
E', comunque, d'uopo precisare che il bonus di 500 euro è da ritenersi 'spendibile' dal 1° settembre scorso (quindi con effettivo retroattivo) fino al prossimo 31 agosto 2016: quindi tutti coloro che hanno ricevuto l'accredito e che hanno già effettuato delle spese riconducibili al suo utilizzo, potranno includerle nella rendicontazione.
News 20/10 bonus 500 euro, sanzioni e responsabilità: ancora nessuna chiarezza
Il fatto è che ancora non si sa bene come questi soldi potranno essere spesi senza correre il rischio di dover incorrere in sanzioni. Nel provvedimento legislativo, infatti, viene rinviato 'a successiva nota' il chiarimento riguardante l'attività di rendicontazione delle spese che ogni docente sosterrà durante l'anno scolastico 2015/6.
C'è da considerare, soprattutto, che l'elenco delle utilità finanziabili attraverso il bonus da 500 euro è piuttosto generico: si va dall'acquisto di libri, testi, pubblicazioni e riviste, anche in formato digitale alla scelta di andare a cinema oppure a teatro, così come entrare in un museo.
Via libera, dunque, a tutte le attività di questo genere? Non proprio, perchè i rischi di responsabilità iniziano proprio da qui, dal vincolo del fine e dal canone di ragionevolezza.
Come spendere i 500 euro del bonus? Il vincolo del fine e il canone della ragionevolezza
Per vincolo del fine si intende, in senso stretto, lo scopo dell'aggiornamento professionale.
Per esempio, l'abbonamento ad una stagione concertistica a teatro potrà essere pienamente giustificata da un professore di musica, molto meno da un docente di economia aziendale.
Che dire dei corsi di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, piuttosto che master universitari o corsi post lauream? Nessun problema se questi sono strettamente legati alla propria disciplina, ma va detto che la ragionevolezza non suggerisce nemmeno il divieto ad un professore di inglese di iscriversi all'accademia di belle arti.
Sta di fatto che le spese sostenute dagli insegnanti relative all'aggiornamento dovranno essere rendicontate, così come indicato dal decreto e l'impressione è che il lavoro dei revisori dei conti non sarà affatto semplice. Il governo ha già messo le mani avanti: tutti quei docenti che utilizzeranno il bonus da 500 euro per scopi diversi da quelli strettamente legati alla propria professione, si vedranno decurtato l'importo spettante l'anno successivo.